Gigantografia Marò: risponde il Campidoglio di Roma
La decisione di rimuovere lo stendardo aveva scatenato molte polemiche
Aveva scatenato non poche polemiche la decisione del Campidoglio di rimuovere la gigantografia che ritraeva i nostri due Marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, appesa proprio alla scalinata del Campidoglio.
A ordinare la rimozione, è stato proprio il sindaco Ignazio Marino, assieme alle altre immagini simbolo di Sakineh e Thimoshenko.
Il primo a opporsi alla decisione del primo cittadino, neanche a dirlo, è stato Gianni Alemanno, l’autore dell’installazione dello stendardo lo scorso febbraio.
“L’abbiamo esposta al centro di piazza del Campidoglio per mantenere alta l’attenzione delle istituzioni sulla drammatica situazione dei nostri militari, indebitamente detenuti in India dal 15 febbraio 2012 – ha dichiarato l’ex sindaco della Capitale – La furtiva rimozione dello stendardo è un atto gravissimo”.
Ad appoggiare la causa di Gianni Alemanno, anche Giorgia Meloni, che su Twitter ha scritto: “Il governo li dimentica, Marino li cancella da piazza del Campidoglio. Il sindaco spieghi perché quell’immagine gli dà fastidio”. Si sono uniti anche Ignazio La Russa, e il consigliere regionale Fabrizio Santori.
Alle polemiche, ha risposto proprio il Campidoglio con un comunicato, in cui si spiega che le immagini sono state rimosse in occasione dello svolgimento di due manifestazioni, la veglia per le vittime di Lampedusa e la manifestazione interreligiosa organizzata dalla comunità di Sant’Egidio.
“Sono allo studio, da parte della Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali, ipotesi per una rapida collocazione della gigantografia in una posizione che sia in grado di assicurare al contempo la massima visibilità e rilievo al messaggio – si legge nel comunicato – e dall’altra l’esigenza di preservare l’integrità storico-artistica delle facciate dei palazzi storici e del disegno michelangiolesco. Allo studio anche altri posizionamenti e differenti modalità di pubblicizzazione delle iniziative di sostegno, vicinanza o solidarietà presenti e future”.