Una forte opposizione emerge dai vertici di U.A.P., Unindustria e AiSi contro la recente proposta di riforma della sanità, attualmente sotto esame del Governo, che prevede l’introduzione di strumenti diagnostici nelle farmacie.
Maria Stella Giorlandino, presidente di U.A.P., ha dichiarato: “L’utilizzo dei dispositivi Point of Care Testing (PoCT) nelle farmacie non può garantire la stessa accuratezza dei macchinari presenti nei laboratori clinici, sottoposti a rigorosi controlli di qualità. Questi dispositivi sono stati concepiti per situazioni di emergenza dove è necessario un risultato rapido, non per screening o diagnosi approfondite. È fondamentale avviare una riflessione profonda sul nostro Sistema Sanitario Nazionale (SSN), evitando decisioni settoriali che favoriscano solo un comparto. La salute dei cittadini merita il massimo impegno e attenzione”.
L’inserimento dell’articolo 17 nel testo del decreto legge è stato criticato perché privo dei requisiti di necessità e urgenza, già presente nel DDL Semplificazioni di fine marzo. Durante l’assemblea nazionale, sono state sollevate preoccupazioni riguardo l’inserimento di test diagnostici e analisi nelle farmacie, strutture prive di procedure autorizzative, tutela per i cittadini, direttore sanitario e protocolli necessari per operare attività mediche.
La presidente di AiSi, Saccomanno, e il dott. Onesti hanno espresso la loro urgenza di rivedere questo progetto di legge. “Se le farmacie operassero senza procedure autorizzative e requisiti adeguati, allora anche le strutture sanitarie potrebbero vendere farmaci ed eseguire trattamenti di medicina estetica senza autorizzazione, creando un pericoloso precedente”.
Luca Marino, vicepresidente di Unindustria con delega alla sanità, ha commentato alla seconda Assemblea nazionale dell’Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti (AISI) a Roma: “Le farmacie giocano un ruolo cruciale nel nostro sistema sanitario, ma questo ruolo deve essere complementare, e non sostitutivo, delle strutture diagnostiche specializzate. Affidare l’esecuzione di test di laboratorio alle farmacie significa sottovalutare la complessità di queste operazioni.
Errori nei prelievi e nella gestione dei campioni biologici possono portare a diagnosi errate, con gravi conseguenze per la salute dei pazienti. Serve una preparazione approfondita, come quella dei medici, biologi e tecnici di laboratorio specializzati, per garantire la qualità e la sicurezza delle diagnosi”.
La posizione dei poliambulatori e dei laboratori di analisi privati italiani è chiara: il decreto legge del Governo rappresenta un colpo di mano, bypassando l’iter parlamentare ordinario, e introduce norme che aprono la possibilità alle farmacie di effettuare prestazioni di laboratorio di analisi, finora limitate ai soli test di autocontrollo.
La proposta del Governo di inserire la diagnostica nelle farmacie è vista con grande preoccupazione dai principali attori del settore sanitario, che chiedono un’attenta revisione del progetto per garantire la sicurezza e l’efficacia del sistema sanitario nazionale.
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