Giorlandino: “Trasporto pubblico vero pericolo e non bar, ristoranti, teatri e sci”
Di 400 soggetti studiati – dice Giorlandino – solo il 10 % sono positivi e solo il 10% presenta la variante inglese, quasi tutti asintomatici
Non si creda alle terroristiche segnalazioni sul pericolo della variante inglese, che giungono d’oltre Manica, dal modesto sistema sanitario della perfida Albione. Noi nel nostro centro studi (Altamedica) invece, non riscontriamo nessuna maggiore aggressività di tale variante! La stragrande maggioranza è asintomatica. Quindi tranquilli.
Nota Bene: essere positivo non vuol dire essere malato
Partiamo dall’analisi dei 300/400 soggetti studiati ogni notte (l’istituto Altamedica apre la notte per i tamponi al fine di evitare contagi) e dal fatto che noi rileviamo il 10 – 12 % di soggetti positivi. Di questi poco più del 10%, al momento, presenta la variante inglese. Ebbene, la quasi totalità è perfettamente asintomatica.
Non dobbiamo credere ciecamente a tutte le sciocchezze che i virologi, sempre pronti a smentirsi e attaccarsi gli uni contro gli altri, ci propinano in TV. Se mi è consentita una considerazione su questa pletora di medici “sgomitanti” per un posto in prima linea televisiva, rilevo che costoro offrono un triste spettacolo per la dignità della professione contraddicendosi e insultandosi spesso l’uno contro l’altro. Sembrerebbe a volte che siano affetti da una grave forma narcisistica. Molti di questi spargono panico al solo fine di mettersi in mostra per protrarre quell’inatteso protagonismo che li ha portati alla ribalta dei media facendoli emergere dai sottoscala nei quali erano relegati.
Le varianti e la mutazione N501Y
Il Narcisimo di molti medici e virologi affamati di fama
Penso di non essere molto lontano dal vero se ipotizzo che taluni fino alla comparsa del Covid non solo non erano mai stati intervistati ma probabilmente non venivano ascoltati neanche nelle riunioni di condominio. Cosa non farebbero per perpetrare la loro pubblica presenza! Sarebbero disposti a rinfocolare l’esistenza della pandemia “sine die”.
“Io ho il mio reparto pieno di soggetti con la variante Covid”
Ascolto recentemente il “grido allarmistico” di taluni che mattina e sera ci dicono, con toni da filodrammatici di provincia: “Io ho il mio reparto pieno di soggetti con la variante Covid”. Vien subito voglia di rispondere: “Ebbene, se è così perché vieni a perdere tempo qui in TV e spaventare la nazione? Occupati di loro e sparisci!”.
Ieri sentivo in una trasmissione serale una delle tante virologhe o biologhe che, allorquando richiesta se avesse accettato di fare il ministro della salute, con un sorriso a 36 denti e gli occhi brillanti dalla emozione, in evidente eccitazione rispondeva: “Se c’è bisogno di dare una mano alla Nazione, io sono pronta!”.
Allora, calma, non ti eccitare dottoressa, se vuoi veramente dare una mano alla Nazione, occupati dei tuoi pazienti e smetti di spararti le pose quotidianamente su tutte le reti. Fare il ministro non è come curare un paziente! Il grande Totò diceva – molta gente si monta la testa, ma se la monta male. Non legge le istruzioni!
Ultima considerazione investe questo “sinistro” Comitato Tecnico Scientifico che condiziona pesantemente le nostre esistenze. Come anche segnalato recentemente dalla stampa in realtà è costituito da un team scientifico estremamente modesto!
Scadente, ad eccezione di un paio di scienziati super specialisti di materie totalmente aliene alla fattispecie. Va poi osservato come certamente non sia composto da “cuor di leone”. È sempre determinato a chiudere (per timore che poi, qualcuno, possa ritenerli responsabili della contagiosità che, comunque, come vediamo, aumenta parallelamente alle chiusure! Si comportano come nella strategia della “medicina difensiva”. Nessuna scelta coraggiosa che, anche se solo lontanamente, possa metterli a rischio.
Costoro, ripeto, invece di fare scelte metodologiche opportune clinicamente e socialmente quale quella di riaprire tutto allungando tempi e spazi di aperture, su basi tecnico scientifiche, preferiscono ancora far chiudere tutto, solo per non rischiare nulla, ma i contagi aumentano ugualmente.
Ristoranti, bar, teatri, montagna e sci non sono un pericolo per nessuno
Delle due l’una, o si tratta di una scelta da perseguire quasi “codardamente”. Il cinico percorso della limitazione della ripresa sociale per le ragioni suddette oppure (ma mi auguro che così non sia) oppure sono in malafede e se la prendono con ristoranti, bar, palestre e teatri (abbiamo già pubblicato la dimostrazione che lì non si infetta nessuno) o addirittura con la condizione più sicura di tutte: la montagna, lo sci!
Non si parla della responsabilità del sistema di trasporto pubblico
Delle due l’una, o sono talmente incompetenti e pavidi che non se la sentono di fare scelte che, anche astrattamente, potrebbero essergli imputate da beghe partitiche, oppure perché hanno l’ordine di trovare un capro espiatorio diverso, scelgono le categorie più deboli dando dei possibili “untori” a quelle citate, pur di non puntare fermamente il dito sulla responsabilità del sistema pubblico di trasporto, ad esempio, che rappresenta invece uno dei più rischiosi motivi di contagio. Visto che vi si viaggia, per ore, come sardine.
Claudio Giorlandino, direttore scientifico Istituto Altamedica (anagrafe Nazionale delle Ricerche Ministero dell’Istruzione n. 62948OMK)