Domenica 17 novembre si celebra la giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada. L’anno scorso nel nostro Paese si sono verificati 172.553 incidenti stradali: 3.334 persone hanno perso la vita e 242.919 sono rimaste ferite. Parliamo di 473 incidenti, 666 feriti e 9 morti al giorno. I più colpiti sono i giovani tra 15 e 24 anni: 414 morti, il 12,4% del totale.
Ma c’è un dato ancora più inquietante: i morti tra i 15 e i 19 anni sono aumentati, addirittura, del 26,1%. Nel dettaglio i morti del 2018: 609 pedoni, 219 ciclisti, 108 ciclomotoristi, 685 motociclisti, 1.420 automobilisti, 188 autotrasportatori; aumentano le vittime da 15 a 29 anni;
"Questi dati chiamano in causa la responsabilità delle istituzioni, dimostrando che la prevenzione non è reale priorità dello Stato: le istituzioni non si sono poste in tempo il problema dell’obiettivo da raggiungere e non hanno definito adeguate strategie", così l'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada.
Ogni anno in Italia scompare un paese di 4000 persone, tante sono le vittime delle strade italiane.
Un bilancio drammatico e inaccettabile, con costi sociali che superano i 18 miliardi di euro l’anno, pari all’1,1 per cento del PIL. Quasi una ‘Finanziaria’. Per trasformare un momento di profondo dolore in un’occasione per contribuire concretamente alla sicurezza delle nostre strade, l’ACI (Automobile Club d'Italia) ha pensato di proporre cinque semplici regole, che possono aiutare a combattere le principali cause di incidente – distrazione, velocità, alcol e droga, mancato uso di cinture e seggiolini per bambini, scarsa attenzione a pedoni e due ruote – e fare la differenza tra far sì che la vita duri tutta la vita e perderla.
1) La distrazione è un attimo: l’ultimo.
2) Rallenta. Tanto non si vince niente.
3) Se ti sballi e guidi sei fuori strada.
4) Certi legami allungano la vita. Cinture e seggiolini: allacciati. Sempre.
5) Utenti vulnerabili: più sono deboli più i rischi sono forti. Rispettiamoci.
“L’obiettivo ‘zero morti sulle strade’ – ha dichiarato il Presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani – non è utopia. È realtà. Una realtà ancora lontana, è vero, ma una realtà. Gli incidenti sono errori drammatici, non tragiche fatalità. Si possono e si devono evitare. La chiave è una sola: l’educazione alla sicurezza. Per salvare un numero sempre maggiore di giovani vite, l’ACI è da sempre impegnato nell'educazione dei giovani – in particolare futuri e neo-patentati – a una mobilità sicura e responsabile, sia supportando i programmi dedicati nella formazione scolastica, che potenziando gli strumenti formativi di supporto all'insegnamento e al perfezionamento della guida”.
"I problemi con i giovani sono essenzialmente due – afferma Sticchi Damiani – prima di prendere la patente, tendono a sovrastimare le loro capacità e, una volta presa la patente, tendono a sottostimare i rischi che capita di dover affrontare sulle nostre strade. Per questo, i corsi di guida sicura svolgono un ruolo fondamentale: perché fanno toccare con mano, anche a quei ragazzi che si ritengono già esperti, i loro limiti e le loro fragilità, prima che sia un evento drammatico, se non addirittura tragico, a dimostrarle, quando, ormai, per loro non c’è più niente da fare”.
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