Governo: Conte-bis, per chi suona la campanella…
Il giuramento chiude la crisi-farsa: e l’autoincoronazione del Premier è il simbolo di una sovranità espropriata al popolo
Non poteva che finire così, nel modo più (in)degno possibile, quella che, fin dai suoi primi vagiti, è stata a tutti gli effetti una farsa: con l’attore protagonista, il bi-Premier Giuseppe Conte, che si autopassa il testimone, nella forma della campanella che tradizionalmente il Presidente del Consiglio uscente consegna al proprio successore – e che il BisConte si è trasferito da una mano all’altra.
A pensarci, è un po’ come Napoleone che si incorona da sé, ed è un gesto fortemente rappresentativo della situazione odierna: in cui si è definitivamente certificato che le elezioni sono inutili e la sovranità, alla faccia dell’articolo 1 della Costituzione più bella del mondo, appartiene forse alla famigerata casta, forse all’Europa, forse ai mercati – ma certamente non al popolo.
Un problema inquadrato, per esempio, dalle parole di Giorgia Meloni: «Da un anno e mezzo la destra vince tutte le elezioni ma oggi ci ritroviamo il Governo più a sinistra della storia repubblicana. E la chiamano democrazia!»
«Il primo Governo italiano che nasce a Bruxelles» ha rincarato la dose il leader della Lega Matteo Salvini. E, per ricambiare il favore, il Premier Conte ha indicato come commissario Ue per l’Italia il presidente Pd Paolo Gentiloni: in barba al fatto che il Carroccio ha ottenuto alle ultime Europee 3 milioni di voti in più rispetto al partito del Nazareno. Un esproprio elitario.
Ha ancora valore, allora il voto? Conta ancora, se poi ci si ritrova con un “Governo delle poltrone” (secondo la definizione del Capitano) che per la quarta volta negli ultimi sei (o otto) anni ha permesso al Partito Democratico di tornare al potere senza avere il consenso degli elettori?
Un esecutivo esecrato dai più, il cui principale punto di forza sarebbe «l’essersi liberato di Salvini»: e il fatto che questa fesseria sia stata vergata da Famiglia Cristiana spiega meglio di qualunque analisi la crisi profonda in cui sta versando la Chiesa.
Il settimanale paolino avrebbe infatti ben altro di cui preoccuparsi: come la decisione del M5S, ipocrita al limite dell’inverosimile, di concedere il Ministero della Famiglia a quello che fino all’altro ieri era il “partito di Bibbiano”.
All’improvviso sembra di risentire il monito di John Donne, il poeta e religioso inglese che ispirò Ernest Hemingway: «Non chiedere mai per chi suoni la campana. Essa suona per te».
La campana: ma non la campanella.
Foto del Presidente Conte dal sito del Governo.