La notizia da rilevare nella situazione politica del momento è che Mario Draghi vuole fare presto, vuole definire con solerzia i suoi ministri e probabilmente tra mercoledì e giovedì avremo già un governo.
Anche per il Quirinale l’obiettivo è raggiungere il giuramento entro la prossima settimana. Lunedì Draghi farà un giro di consultazioni con gli alleati e presenterà la prima bozza di governo, elaborata sula base di quanto hanno chiesto i partiti, e ovviamente dalla sua visione delle cose e delle istruzioni di Mattarella.
Una delle sorprese potrebbe essere quella del magistrato Livia Pomodoro per una carica come ministro. L’altra notizia è che si sta andando verso un governo misto tecnico e politico. I dicasteri più importanti, dove girano i fondi più sostanziosi, come MEF, MISE e MIT li gestirà direttamente Draghi con persone a lui strettissime e di sua fiducia. Eventualmente potrebbero essere figure con cui ha lavorato nei suoi ultimi incarichi. Salvini vuole entrare in questo governo, anche a Zingaretti non dispiacerebbe entrare in questa squadra. Ricordiamo che è motivo di prestigio parteciparvi. Un governo per la salvezza dello Stato, incaricato dal presidente della Repubblica, i partiti stanno facendo a gara per mettersi in mostra.
Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia è al momento la forza che si astiene, credo che nel breve periodo questo potrà far guadagnare al partito qualche voto, a discapito di Forza Italia e Lega. Tuttavia commette un errore strategico, nel medio-lungo periodo questa mossa potrà avere un prezzo molto caro. La Meloni spera che restando all’opposizione potrà incanalare il dissenso degli italiani che comunque c’è e ci sarà. A differenza di Salvini sta però sottovalutando lo schema di gioco. Quando Draghi salirà al Quirinale Salvini avrà un credito da vantare con Draghi stesso e inoltre sarà sdoganato con i poteri forti internazionali che lo hanno sempre osteggiato. Quando si proporrà al governo non ci saranno più le forze europee a chiedere di osteggiarlo. Potrà vantare questo credito.
La Meloni poteva essere la prossima premier, ma così si sta tagliando fuori. Il veto che prima c’era su Salvini, rischia di abbattersi su di lei.
Sul paragone che viene fatto spesso tra Monti e Draghi: non dovrebbe essere difficile fare meglio di Monti. Questi due personaggi sono in realtà molto diversi per due ragioni, una di carattere professorale e accademico: Monti è votato all’austerità sulla linea tedesca, come storia economica. Draghi ha un approccio diverso, preferisce l’espansionismo dell’economia e gli investimenti. Inoltre un grande vantaggio di Draghi è che ha i soldi del Recovery e questo farà la differenza. Quei 209 miliardi, se spesi bene, possono davvero rilanciare l’occupazione e il nostro paese.
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