Il bellissimo borgo medievale di Greccio è arroccato su uno sperone roccioso di Monte Lacerone ed è totalmente immerso nella lussureggiante natura della Sabina e della confinante Umbria.
Dal centro storico si gode di una incantevole vista sulla valle di Rieti, mentre dalla Cappelletta di San Francesco sulla vetta, a quota 1205, in condizioni di particolare limpidezza si arriva a vedere il Cupolone di San Pietro a Roma.
Probabilmente è stato fondato da una colonia Greca, da cui deriva il suo nome, ma le prime notizie risalgono al medioevo con la costruzione di una fortezza alle dipendenze dell’Abbazia di Farfa. La torre campanaria della grande chiesa di San Michele Arcangelo era una delle torri del castello.
Greccio è legata indissolubilmente a San Francesco che vi ha costruito un suo eremo. Una leggenda narra che abbia scelto questo luogo scosceso dopo aver fatto lanciare un tizzone ardente ad un bambino.
Qui è nato il primo presepe al mondo nel 1223, quando un signore locale spinse San Francesco a dare vita a una rievocazione, con personaggi viventi, della nascita del Cristo nella Notte di Natale.
La leggenda narra che il bambinello, unico personaggio non vivente della rievocazione, prese vita per poi tornare inanimato. Per questo motivo Greccio è gemellata con Betlemme.
A Greccio si trova il Museo dei Presepi che ospita molte espressioni artistiche provenienti da tutte le culture sul tema della natività con una grande statua di San Francesco alta 5 metri.
Nel 1242, Greccio fu distrutta dalle truppe dell’imperatore Federico II di Svevia che era in guerra contro la Santa Sede e, non riuscendo ad espugnare Rieti, diede ordine di mettere a ‘ferro e fuoco’ l’intero circondario.
Nel Seicento avviene una trasformazione urbanistica del borgo e la sistemazione delle sue bellissime chiese in stile barocco usando anche il famoso marmo rosa della vicina Cottanello.
Un secondo grande saccheggio è avvenuto nel 1799 ad opera delle truppe napoleoniche.
Greccio è attraversata dal cammino di San Francesco che riprende il percorso del Santo nella Valle Santa vicino Rieti attraversata dal fiume Velino. La pianura origine era un enorme lago bonificato dai Romani.
A Greccio nasce l’acqua minerale della “Fonte del Lupetto”, che scaturisce dalle rocce del Monte Peschio.
I piatti della tradizione comprendono i “Saccottini al cuore di arancia”, gli “gnocchi tartufati” e i “fraticelli al sapore di bosco“.
Claudia Bettiol
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