Green Pass: da settembre esibito nella metro, vaccino obbligatorio per insegnanti
Le ultime indiscrezioni relative al Green Pass riguardano ristoranti al chiuso, metropolitane e personale scolastico
Le ultime indiscrezioni relative al Green Pass riguardano ristoranti al chiuso, metropolitane e scuole.
Il governo italiano adotta la linea dell’applicazione rigida del certificato verde, dopo il clamoroso passo indietro di Macron in seguito alle proteste di migliaia di persone che si sono riversate nelle strade parigine contro l’obbligo vaccinale indiretto.
Dunque Mario Draghi è intenzionato a stringere sulle misure per evitare che si debba tornare a coprifuoco e lockdown in vista della diffusione della variante Delta.
Green Pass nei ristoranti al chiuso e nella Metropolitana
Quindi si prevede nel giro di pochi giorni l’obbligo di esibire il Green Pass nei ristoranti al chiuso. Per ora si tratta di indiscrezioni, tuttavia il provvedimento dovrebbe essere ufficiale il 26 luglio. Sorgono comunque diversi problemi legati alla dubbia costituzionalità di questo obbligo vaccinale di fatto, e alla logistica della sua applicazione. Quali figure in ogni ristorante o trasporto pubblico possono controllare la validità del Green pass?
Dunque coloro che per ragioni di salute o di convinzione personale non si accenderanno dovranno eseguire un tampone ogni 48 ore ad esempio per prendere la metropolitana ogni giorno?
Obbligo vaccinale per personale scolastico
Per quanto riguarda la scuola, con l’obbligo di vaccini per i docenti e professori è scontro all’interno del governo tra il pressing del PD per una rapida approvazione mentre la Lega non ci sta.
“Le vaccinazioni sono una priorità assoluta, invitiamo il governo a prendere iniziative stringenti”, chiede il leader dem, Enrico Letta, auspicando il massimo impegno affinché le scuole rimangano aperte contro “il disastro” della Dad.
Tutt’altra la posizione di Matteo Salvini, per il quale va messa in sicurezza la popolazione “dai 60 in su, da 40 a 59 scelgano, per i giovani non serve”, dice.
E aggiunge: “parlare di obbligo per studenti di 13 o 14 anni o per gli insegnanti non fa parte del mio modo di pensare un paese libero”.