Sono tante le fattispecie insidiose che si stanno creando all’ombra della certificazione verde, obbligatoria sul posto di lavoro, sia nel pubblico che nel privato, dal 15 ottobre. Dopo una settimana dall’entrata in vigore dell’obbligo si fanno calcoli e bilanci di come sta funzionando questo strumento.
Emerge così che l’osteggiatissima tessera che attesta l’avvenuta vaccinazione o la negatività al Covid, non viene neppure controllata come si deve.
Innanzitutto perché spesso i controlli vengono fatti a campione, poi perché molte ditte sono disposte a sorvolare sulla validità del Pass per non perdere forza lavoro, e ancora poiché talvolta il datore di lavoro è un parente che farà finta di niente. Questi dipendenti senza Green Pass ammonterebbero ad un milione di persone circa.
È infatti questa la stima dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Associazione Artigiani e Piccole imprese), secondo cui gli italiani che hanno un impiego ma non sono vaccinati sarebbero scesi a poco meno di 2,7 milioni (12,2% degli occupati).
Se da questi si tolgono i 350.000 esenti per motivi di salute e l’1,3 milioni di individui che si sono sottoposti con regolarità al tampone durante la prima settimana di obbligo, rimangono senza Green pass circa un milione di occupati.
“Mediamente c’è un milione di persone che non ha il Green pass, ma che continua a lavorare –ha affermato Zabeo-. Obiettivamente non sappiamo quanti però siano a casa in malattia o in ferie.
Certo è che noi abbiamo la sensazione che la norma sui controlli nelle aziende sia abbastanza blanda. E’ probabile che in alcuni casi, soprattutto nelle piccole imprese, ci sia un tacito accordo tra imprenditore e lavoratore per far sì che anche chi non ha il green pass lavori lo stesso.
La legge prevede che l’imprenditore o un suo delegato ogni giorno debba controllare minimo il 20% dei dipendenti, quindi probabilmente c’è una scappatoia.
In Italia mediamente ogni azienda è costituita da 4 addetti, se ne viene a mancare uno per qualsiasi tipo di ragione viene a mancare circa il 30% della forza lavoro. Ergo è molto probabile che molti imprenditori in maniera tacita si mettano d’accordo con il dipendente non vaccinato.
Nell’autotrasporto ad esempio circa il 10-15% degli autisti non è vaccinato, eppure le merci arrivano lo stesso. Evidentemente quando un autista non vaccinato arriva nel piazzale di un’azienda per scaricare la merce e non ha il pass, si fa finta di niente e gli addetti scaricano lo stesso il mezzo”.
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