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Greta e Vanessa. Per Saviano sono due eroine

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due ventenni incautamente avventuratesi in Siria “per aiutare la popolazione”, come ha dichiarato la Marzullo oggi in conferenza stampa, hanno fatto ritorno alle loro case, sono salve. Ad accoglierle c’è un’Italia, come sempre, divisa. Divisa tra contentezza e polemiche, la contentezza di sapere le due connazionali fuori pericolo di vita e i giudizi affrettati. Le due sono appena atterrate, non sono passate 48 ore, eppure già si accumulano i verdetti di assoluzione e condanna. C’è addirittura chi, giusto il tempo di aspettare il terminare dei colloqui con la sezione antiterrorismo dei Ros, sembra avergli promesso un futuro come parlamentare (a proposito dell’incontro di Greta e Vanessa con il vice segretario del Partito Democratico Lorenzo Guerini, ndr).

Tra gli innocentisti tout court spicca Roberto Saviano. Il giornalista napoletano difende Greta e Vanessa, senza mezzi termini: “Nessuno può esser considerato causa del proprio rapimento”, in una lettera aperta dai toni decisamente confidenziali. “Care Greta e Vanessa”, esordisce Saviano, “come me stasera sono felici in tanti ma vi aspetterà anche un’Italia odiosa che vi considera ragazzine sprovvedute che invece di starsene a casa sono andate a giocare in Siria”. All’Italia di quelli che “diranno che sono stati spesi molti soldi, più del valore della vostra vita”, suggerisce Saviano, “non permettete di ferirvi”. “Un’altra parte di Italia è convita che il vostro sia stato un atto di coraggio e di umanità e che nessuno possa esser considerato causa del proprio rapimento”.

Saviano però si sbaglia. L’Italia che ha definito “odiosa” non è certo quella di chi accusa le ventenni d’esser “ragazzine sprovvedute”. Quella dei rimproveri  è, tutto sommato, l’Italia buona. E’ l’Italia che si preoccupa dei suoi figli, che senza badare a spese paga 12milioni di dollari di riscatto per riavere indietro le sue ragazze ma che, al tempo stesso, pretende che queste facciano tesoro dell’esperienza. Questa Italia metterebbe in punizione Greta e Vanessa, come a suo tempo fecero  –  per molto meno  –  i nostri genitori con noi, non certo per il gusto del sadismo ma per il dovere di educare, perché non si ripeta mai più una simile sciagura. “Secondo voi Greta e Vanessa dovrebbero lavorare e restituire i soldi del riscatto?” domanda Libero.it in un sondaggio: il 94% dei votanti è favorevole a questa proposta. 

Anzi, in attesa che le indagini rivelino qualcosa di più preciso, questa Italia esprime l’unica posizione che può esser legittimamente tenuta senza cadere nel faziosismo. Mentre innocenza e colpevolezza vanno dimostrate, non c’è bisogno di passare dal verdetto di un giudice per riconoscere l’avventatezza di due ragazzine affascinate dal mondo della cooperazione, che non fa di loro due “cooperanti”, e convinte che il miglior canale per aiutare il popolo siriano sia… Al Qaeda.

Redazione

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