Il 26 febbraio, il Ministero della Transizione Ecologica ha dichiarato lo stato di “pre-allarme” per le forniture di gas all’Italia come conseguenza della guerra in Ucraina.
La notizia è stata annunciata sul sito Snam, il principale operatore del nostro paese che si occupa anche della sicurezza di questo elemento fondamentale.
Oltre il 40% del gas che utilizziamo in Italia proviene dalla Russia attraverso i gasdotti che attraversano le zone di scontro militare.
Questo non significa che concretamente cambi qualcosa nella vita quotidiana dei cittadini ma li rendi informati e coscienti circa la situazione in atto. Infatti lo stato di “pre allarme” è solo il primo passaggio in un protocollo di crisi che prevede tre diversi livelli. Il primo livello prevede solo un monitoraggio della situazione, mentre il secondo livello è lo stato di allarme e il terzo è l’emergenza.
Se dal “pre allarme” si dovesse arrivare fino “all’emergenza”, si potrebbe decidere l’utilizzo dello stoccaggio strategico e di limitare la fornitura per alcune imprese con criteri già previsti per legge.
Il Governo Draghi ha quindi deciso per una misura di prudenza. Volta a “predisporre eccezionali misure preventive volte a incentivare un riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto alle procedure adottate in condizioni normali”.
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