La capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, è stata accolta al Parlamento europeo con un lungo applauso. Convocata per un'audizione dalla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe), la marinaia ha subito puntato il dito contro la classe dirigente europea: "Ho ricevuto molta attenzione non voluta, inviti, premi da parte di diversi paesi Europei ed Istituzioni, dopo essere entrata nel porto di Lampedusa – ha detto ai parlamentari – Ma dove eravate quando noi eravamo lì a chiedere aiutare attraverso tutti i possibili canali legali, dei media e diplomatici?".
Carola affonda poi un colpo contro l'Italia: "La ricerca ed il salvataggio in mare sono operazioni che rientrano nel diritto internazionale, non so come abbia fatto l'Italia ad approvare una legge che non rispetta il diritto internazionale".
La politica, secondo l'attivista, ha perso tempo e non è stata in grado di gestire il fenomeno migratorio: "Oggi è il sesto anniversario della strage in morirono 668 migranti a largo delle coste di Lampedusa. Da allora, invece di impegnarsi per evitare tragedie simili, i membri della Ue hanno avviato una politica di esternalizzazione delle loro responsabilità, con la pratica di respingimenti ed omissioni di soccorso, delegando i salvataggi ad un Paese in guerra, la Libia, in violazione della legge internazionale".
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