Leggo da La Stampa che sono centinaia i pendolari del pieno di carburante che vanno a fare rifornimento dalla Liguria in Costa Azzurra. In Francia si risparmia il 20% sia sulla benzina che sul gasolio e il risparmio annuo per un automobilista italiano è di almeno 600/700 euro. Succede altrettanto per chi arriva fino in Svizzera, in Austria e in Slovenia come pure per chi faccia rifornimento nei distributori di Città del Vaticano. Sempre come minimo un 20% di risparmio. Così si calcola che famiglie e autotrasportatori spenderanno quasi 700 milioni di euro l’anno fuori dall’Italia e cioè 350 milioni in meno per il nostro fisco. E’ ormai risaputo che il 70% del costo di un litro di benzina verde è costituito da accise ed imposte come recupero fondi ad esempio per la guerra di Abissinia del 1935, per la crisi di Suez del 1956, per il disastro del Vajont del 1963, per l'alluvione di Firenze del 1966, per il terremoto del Belice del 1968, per il terremoto del Friuli del 1976, per il terremoto dell'Irpinia del 1980, per la missione in Libano del 1983, per la missione in Bosnia del 1996 e magari pure per pagare il disavanzo del costo dei pranzi al ristorante della Camera e del Senato. Fa pena vedere i parlamentari italiani che lasciano che il prezzo del carburante nel nostro Paese sia il più alto dell’Unione Europea.
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