Il Lazio è una regione situata nel cuore dell’Italia, qui i terremoti hanno sempre rappresentato una minaccia significativa. Considerato un territorio sismicamente attivo a causa della sua posizione geografica, nel corso dei secoli ha subito numerosi terremoti devastanti. I sismologi hanno classificato il Lazio come una Regione caratterizzata da una notevole sismicità prevalentemente concentrata sulle aree appenniniche, mentre il resto del territorio ha una sismicità moderata, anche se piuttosto frequente nell’area dei Colli Albani.
I terremoti sono causati da movimenti delle placche tettoniche che avvengono sotto la superficie terrestre. Nel caso del Lazio, la regione è situata lungo la zona di convergenza tra la placca africana e la placca euroasiatica. Questa interazione delle placche crea tensioni che, quando rilasciate, provocano terremoti. La presenza di faglie geologiche nel Lazio aumenta ulteriormente la probabilità di terremoti.
Il terremoto del 1349 è una delle più grandi catastrofi negli ultimi mille anni che hanno interessato l’area appenninica del Lazio. Altri eventi sismici importanti nella storia sono quelli che nel 1703 colpirono il settore meridionale dell’Appennino umbro-marchigiano (14 gennaio) e successivamente il versante Aquilano (2 febbraio), e quello di Avezzano il 13 gennaio 1915.
La lunga e complessa sequenza del 1703 causò ingenti danni in molte località del Reatino e anche la Capitale ne risentì, con conseguenze leggere concentrate nell’area urbana. Fu il terremoto del 1915 a produrre effetti drammatici anche nel Lazio, in modo particolare nel Reatino e nel Frusinate, ove si contarono quasi un migliaio di vittime.
Oltre a questi grandi terremoti, negli annali regionali sono registrati diversi altri eventi di energia minore, ma comunque localmente molto significativi. Fra questi si ricordano tre terremoti che nel Seicento colpirono rispettivamente la zona di Amatrice, in provincia di Rieti, (1639, Mw 5.9), Sora, provincia di Frosinone, (1654, Mw 6.3) e Bagnoregio, provincia di Viterbo, (1695, Mw 5.7).
Conoscere i terremoti del passato è estremamente importante per valutare la pericolosità sismica di un’area, in questo caso del Lazio. Per questo motivo da alcuni decenni la sismologia storica è oggetto di una profonda attenzione e gli studi della materia hanno ripreso con vigore e rinnovato interesse. Grazie a questi studi è stato possibile ricostruire i grafici delle storie sismiche dei capoluoghi di provincia del Lazio: Roma, Viterbo, Rieti, Frosinone e Latina.
La distribuzione dei terremoti localizzati nel Lazio negli anni dal 2006 al 2013, conferma il dato che gran parte della sismicità si concentra lungo la catena appenninica della Regione. Sono ben visibili le sequenze sismiche che hanno interessato il Reatino tra il 2009 e il 2010, il Frusinate nel 2009 (ML 4.2) e nel 2013 con l’evento del 16 febbraio di ML 4.8, l’area intorno la città di Latina nel 2012 (ML 3.6). Il resto del territorio regionale ha una sismicità poco frequente, con l’eccezione dell’area dei Colli Albani (ML 3.7 nel 2008).
Il 6 aprile 2009, alle ore 03:32, l’Aquila e le zone circostanti sono state colpite da un forte terremoto (magnitudo ML= 5.9). L’evento è stato avvertito fortemente in tutta l’Italia centrale, dall’Abruzzo al Lazio, dal Molise all’Umbria fino alle Marche meridionali e, in modo più lieve, in molte altre regioni. Alla scossa principale seguì una sequenza con più di quindicimila repliche anche di magnitudo superiori a 5.0.
Gli effetti della sequenza sismica dell’Aquilano sono stati drammatici: danni gravissimi si sono verificati nella città capoluogo dell’Abruzzo e in decine di frazioni e località lungo la Valle dell’Aterno provocando 309 vittime e migliaia di feriti. Il sisma, assieme alle repliche più forti, è stato avvertito in tutte le cinque province laziali, e specialmente nel Reatino. Tra i centri reatini più colpiti: Amatrice, Accumoli, Borgorose.
Il terremoto ha sprigionato una grande quantità di energia al punto da provocare danni lievi fino a Roma. Qui, la scossa delle 3:32 è stata avvertita chiaramente, e la paura ha fatto riversare moltissimi cittadini per le strade. Un primo bilancio parlava di danni parziali alle Terme di Caracalla, di crepe su di un palazzo in via Andrea Doria (con evacuazione precauzionale di diversi appartamenti) e di chiusura di una scuola nel quartiere periferico di Centocelle, per problemi di staticità.
Data la persistente minaccia dei terremoti, è essenziale che i residenti del Lazio siano ben preparati. Sono fondamentali le informazioni sul come le persone possono proteggersi durante un terremoto e su cosa fare prima, durante e dopo un evento sismico. L’importanza della costruzione antisismica e delle normative edilizie dovrebbe essere enfatizzata per ridurre al minimo i danni alle infrastrutture.
Prima del terremoto
Durante il terremoto
Dopo il terremoto
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