Ieri domenica 12 gennaio, durante l'incontro Roma-Juventus, Nicolò Zaniolo, il centrocampista della Roma è stato portato via dal campo in barella per una dolorosa rottura del crociato con interessamento del menisco. L'operazione che ne è seguita si è svolta questa mattina a Villa Stuart. Abbiamo parlato con il Prof. Francesco Franceschi, Responsabile del Reparto di Chirurgia dell'Arto Superiore ed Inferiore UOS Campus Biomedico per capire meglio quali sono le condizioni cliniche del calciatore infortunato e come si svolgerà la sua ripresa.
“Zaniolo ha avuto una distorsione del ginocchio che lo ha portato ad una lesione del legamento crociato anteriore, che è il legamento più importante del ginocchio, e che nel caso in cui si rompa è sempre indispensabile intervenire chirurgicamente. Coinvolto anche il menisco interno. Questo tipo di infortunio richiede almeno sei mesi di recupero prima di tornare in campo. Il danno non è definitivo, si torna alle condizioni precedenti all'infortunio. Lui fra un mese abbandonerà le stampelle e seguirà una riabilitazione fisioterapia, la quale lo porterà ad allenarsi tra due tre mesi. Ma in campo potrà tornare solo tra sei mesi”.
Come mai che anche senza particolari falli o cadute rovinose i calciatori subiscono traumi così importanti?
“I calciatori attuali, a differenza di pochi anni fa, sono molto più longilinei e alti, hanno in genere i legamenti molto lassi rispetto al passato e questo comporta che i muscoli siano sproporzionati rispetto alla loro struttura ossea e alle articolazioni. Essi costringono a dei movimenti smoderati e in questa condizione anatomica una rotazione o iperestensione del ginocchio è sufficiente per rompere il crociato anteriore. Anzi, è più probabile che il legamento crociato anteriore possa rompersi per una distorsione e rotazione del ginocchio piuttosto che a causa di un trauma diretto, il quale invece causa più facilmente una frattura ossea. Poi c'è anche da dire che non sappiamo se il suo ginocchio fosse già indebolito da altri traumi.”.
Lo stato di salute del calciatore in questo momento implica una condizione di sofferenza?
“Subito dopo il trauma o nelle successive due/tre ore, si provaun intenso dolore, per via del sangue che rigonfia la zona articolare ma quando si viene operati il dolore cessa o diminuisce molto. L'intervento si effettua in anestesia locale, è rapido, dura circa venti minuti e consiste nell'estrarre un piccolo frammento di tendine che poi si trasforma e trasferisce nel legamento. Ma non c'è una ferita aperta, viene svolto tramite dei fori, e si fissa nel legamento. Il giorno dopo il paziente deve subito piegare il ginocchio. In precedenza, dopo l'operazione, eseguita con la ferita aperta, si applicava il gesso e la riabilitazione era più lunga. Oggi il paziente viene invitato a piegare subito il ginocchio con l'aiuto del fisioterapista e uno strumento apposito”.
Secondo lei quali sono i tempi di ripresa per Zanioli e negli infortuni di questo tipo?
“Spesso si dice che dopo questo tipo di infortuni i calciatori possono tornare in campo dopo tre mesi ma questo è a mio avviso imprudente, si può incorrere in ricadute, occorre attendere sei mesi. Anche se in questo caso vorrà dire non essere presente agli europei. Il ritorno in campo comporta che il legamento venga per così dire strapazzato, e soprattutto il cambio di direzione è quella tipologia di movimento che danneggia maggiormente il legamento”.
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