Il clan dei Casamonica, padroni di Roma, per la prima volta arriva in tv

Anche lo showman Marco Baldini parla dei soldi chiesti in prestito e fa una rivelazione: “non ho ancora estinto il mio debito con Simone Casamonica”

È il 20 agosto 2015 quando per la prima volta ci si accorge dell'esistenza del clan Casamonica. I petali piovono sul piazzale davanti alla chiesa di San Giovanni Bosco, mentre le note del Padrino accompagnano l'arrivo di una carrozza funebre scortata dai vigili urbani. Sulla facciata della chiesa, c'è un grande ritratto di Vittorio Casamonica su cui campeggia la scritta "Re di Roma". 

C’è un clan, appunto, che ha puntato tutto sulla violenza e ha costruito un impero con l’usura e il traffico di droga. Una banda che sguazza nell’oro, che parla una lingua in codice difficile da capire, che si regge sui vincoli familiari. Il giornalista Nello Trocchia introduce così Casamonica – Le mani su Roma reportage, in due parti, in prima tv assoluta giovedì 31 ottobre e lunedì 4 novembre, alle 21.25, in esclusiva su Nove (canale 9 del digitale terrestre e su Sky Canale 149) per raccontare un clan che condiziona da anni la vita della Capitale, che in alcune occasioni di confronto televisivo ha colpito per l’estetica e la dialettica greve ma è in realtà un’organizzazione dall’identità profonda.

Per Nove il giornalista compie un nuovo viaggio nel crimine romano incontrando le vittime, i complici e i capi dei Casamonica ancora in libertà. Scritto insieme alla giornalista Carmen Vogani, il documentario ha anche un capitolo inedito sulle entrature del clan rom nel mondo dei colletti bianchi (alcuni, come un medico, davvero insospettabili) e un racconto esclusivo sulla violenza e il potere che esercitano perfino dentro il carcere.

Nelle prime immagini del documentario, prodotto da Videa per Discovery Italia, si vede l’incontro ravvicinato tra lo stesso Trocchia e uno dei principali esponenti della famiglia, Guerino Casamonica detto Pelè, che vive in uno dei fortini del clan, il quartiere Romanina. Nel video il giornalista subisce pesanti minacce e insulti da Pelè, che colpisce la telecamera e poi viene bloccato dalla polizia. Nel documentario è narrato anche l’arresto di Antonio Casamonica, per i fatti del Roxy Bar, e la storia del clan che è diventato grande anche grazie ai rapporti con la Banda della Magliana. Rapporti che vengono chiariti e spiegati da Otello Lupacchini, oggi procuratore generale a Catanzaro. Il documentario ospita anche un’intervista a Mario Gilardi, avvocato storico di Vittorio Casamonica, il boss della famiglia celebrato nel famoso funerale dell’agosto 2015, quello della carrozza e dei fiori lanciati da un elicottero.

C' è di più: lo showman Marco Baldini per la prima volta parla apertamente dei soldi chiesti in prestito a un Casamonica e fa una rivelazione: “Non ho ancora estinto il mio debito con Simone Casamonica”. A modo suo è vittima anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che svela un aneddoto della sua gioventù, un racconto prezioso oltre che per la fonte anche per il contenuto che spiega alla perfezione come la città abbia vissuto fianco a fianco “con un clan di mafia, accettandolo per paura e assuefazione”, commenta Trocchia.

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