Il disagio dell’agio: il rapporto tra genitori e figli attraverso “Mordere la Luna” di Paolo Crepet
I figli che crescono in ambienti iperprotettivi e agiati, dice Crepet, spesso non sviluppano la capacità di sognare e di lottare per i propri obiettivi
Il rapporto tra genitori e figli è uno dei temi più complessi e delicati delle dinamiche familiari. La sua natura può variare enormemente, passando da legami affettuosi e salutari a relazioni oppressive e distruttive. Paolo Crepet, psichiatra e scrittore italiano, analizza queste sfumature nel suo libro “Mordere la Luna”, offrendo una prospettiva acuta e profondamente riflessiva sul tema.
La morbosità tra genitori e figli
La morbosità nel rapporto tra genitori e figli spesso emerge quando le intenzioni affettuose e protettive si trasformano in comportamenti soffocanti e manipolatori: “Come se un bambino crescesse con il cameriere”, dice Crepet. In “Mordere la Luna”, Crepet illustra come questi legami possano diventare veri e propri vincoli emotivi che impediscono ai figli di sviluppare una propria identità autonoma. Questo fenomeno è particolarmente evidente in quelle famiglie dove i genitori proiettano sui figli le proprie aspettative e frustrazioni, utilizzandoli come strumenti per realizzare sogni e desideri irrealizzati.
Il disagio dell’agio
Uno degli argomenti centrali di Crepet è il concetto di “disagio dell’agio”. In una società sempre più opulenta, molti genitori tentano di proteggere i propri figli da qualsiasi forma di difficoltà o frustrazione, riempiendoli ogni giorno di regali e acquisti di ogni genere e creando ambienti artificialmente perfetti. Un eccesso di protezione può generare un profondo senso di insoddisfazione e vuoto. Crepet sottolinea che il vero disagio non deriva dalla mancanza di risorse materiali, ma dall’assenza di significato e scopo nella vita. È qui che si inserisce la sua critica ai “miserabili moderni”: coloro che, pur avendo tutto il necessario dal punto di vista materiale, non sanno come impiegare il proprio tempo in modo significativo.
La povertà dei sogni
Crepet afferma che “è povero chi non ha sogni”. Questo concetto mette in luce l’importanza dei desideri e delle aspirazioni come motori fondamentali della crescita personale. I figli che crescono in ambienti iperprotettivi e agiati spesso non sviluppano la capacità di sognare e di lottare per i propri obiettivi. La mancanza di sfide e difficoltà, paradossalmente, li priva delle esperienze necessarie per sviluppare resilienza e determinazione.
L’impatto psicologico
Il rapporto morboso tra genitori e figli può avere conseguenze devastanti sulla salute mentale dei giovani. Le aspettative irrealistiche e la mancanza di autonomia possono portare a disturbi d’ansia, depressione e problemi di autostima. Crepet evidenzia come sia essenziale permettere ai figli di affrontare le proprie battaglie, fallire e imparare dai propri errori. Solo attraverso queste esperienze è possibile sviluppare una personalità forte e indipendente.
La soluzione di Crepet
Per rompere questo circolo vizioso, Crepet suggerisce un approccio educativo basato sull’equilibrio tra protezione e libertà. I genitori dovrebbero fornire un sostegno emotivo senza però invadere lo spazio personale dei figli. È fondamentale incoraggiare i giovani a far crescere i propri interessi, a prendere decisioni e ad affrontare le conseguenze delle proprie azioni.
Attraverso una critica acuta alla società moderna, Crepet ci invita a riflettere sul vero significato della ricchezza e della povertà, sottolineando l’importanza dei sogni e delle aspirazioni come elementi fondamentali per una vita piena e significativa. Il suo messaggio è chiaro: per crescere figli felici e indipendenti, è necessario trovare un equilibrio tra amore, sostegno e libertà.