Il fantastico borgo di Rocca Priora è il più alto dei Castelli Romani, l’antico vulcano laziale, e dal Belvedere lo sguardo spazia dal mare e Roma e poi sulla Valle del Sacco. Si riconosce il gruppo di Monte Gennaro sopra Tivoli, i Monti Prenestini, i Lepini e il profilo delle montagne del lago di Bracciano.
Rocca Priora è l’antica Corbium del 500 a.C. che era la sentinella della Via latina sulla quale sono passati imperatori e legionari, ma il nome deriva da quello medioevale di “Perjura”. Sul punto più alto si trova il Castello Savelli che risale all’XI secolo e la famiglia lo ha tenuto con alterne vicende fino alla fine del Cinquecento.
Infatti, nel 1597 la Camera Apostolica dispone che il feudo venga dato in locazione al miglior offerente viste le importanti risorse naturali che offriva la rocca, come il commercio della neve e del legname. L’industria della neve è stata il motore dell’economia locale.
Durante le nevicate tutta la popolazione era precettata per la sua raccolta e la neve veniva pressata in pozzi creando stratificazioni con la paglia. Poi durante l’estate veniva portata a Roma dove serviva per i Papi e per usi medici. Esistevano speciali lasciapassare per chi portava i carri con il ghiaccio la notte e si raccontano molte storie.
Ancora oggi ad agosto, in ricordo del passato, la festa della Madonna della Neve è la più importante del paese e culmina con processione serale e una suggestiva nevicata artificiale.
Nel Settecento, a seguito del terremoto del 1703 e dei rigidi inverni di quella che viene definita la piccola glaciazione, Rocca Priora attraversa una fase di declino e la Camera Apostolica concesse facilitazioni a chi volesse vivere in queste aree. Dopo il periodo napoleonico, la Camera Apostolica la vendette a Luciano Bonaparte e in parte alla famiglia Rospigliosi, che ne mantenne il controllo fino al 1870, anno in cui si costituì in Comune.
Ma Rocca Priora associa il suo nome anche ai cavalli e tutti conoscono la grande scultura sulla Via Anagnina opera di Mario Robazza, a cui è dedicato il museo civico. La sua vicinanza con i Pratoni del Vivaro la rende un riferimento per tutto il mondo equestre e la nuova università del cavallo. Da ricordare che nel 2022 ci saranno i mondiali di completo e di attacchi.
Per concludere sulla gastronomia dobbiamo ricordare che è il paese delle sorgenti e che si svolge una delle sagre più famose del Lazio: la sagra dei funghi porcini nella bellissima frazione di Colle di Fuori.
Claudia Bettiol
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