“Il Grande Squalo Bianco. L’Ultimo Predatore”
Incontro con Remo Sabatini
Il nostro collaboratore Remo Sabatini, pochi giorni fa ospite ancora del TG5 di Medisaset, terrà un incontro a Roma dedicato all’animale che studia e fotografa da anni, il grande squalo bianco. Amante del mare e deglia animali, su QDL e Romait.it Sabatini cura la rubrica Animambiente dove vengono trattati i diversi temi legati alla Natura e alla salvaguardia del territorio.
Fotografo naturalista freelance, giornalista e scrittore, studioso del mondo marino è da sempre affascinato dagli animali e, presto, si appassiona al mare e ai grandi predatori che lo popolano. Le prime immagini televisive dei pionieri della documentaristica legata al mare che fin da bambino segue con entusiasmo lo portano ad approfondire conoscenze e i misteri legati al mondo marino. Personaggi come Quilici, Cousteau, Vailati, Gimbel e i coniugi Taylor, tanto per citare qualche nome,diventano dei modelli da seguire.
“Il noto e indimenticabile “Acque azzurre. Morte bianca” di Peter Gimbel, insieme alla successiva trilogia di Vailati così come le immagini del grande Quilici e dei Taylor, ricorda Sabatini, hanno rappresentato l’essenza stessa della vita negli oceani. In quelle immagini, continua, c’erano tutti i miei sogni di bambino, comprese quelle piccole, grandi paure che gli squali, allora ancora avvolti nel mistero di quegli anni, rappresentavano”.
E sarebbero stati proprio gli squali che, successivamente, avrebbero rappresentato per lui una vera e propria ossessione. Dove vivono? Come cacciano e si riproducono? Cosa mangiano e quanto possono vivere? Sono davvero i mostri che raccontano certi romanzi e certi film? Queste e tutta una serie infinita di domande avevano cominciato ad interessarlo fino a quando decise che era arrivato il momento di andare ad incontrarli nel loro ambiente. “L’Italia e il Mediterraneo che bagna le sue coste, da sempre ospitano una grande varietà di grandi squali, compreso il più temibile di tutti, lo squalo bianco, spiega Sabatini. Purtroppo, però, la pesca incontrollata e la ricerca di macabri trofei avevano già decimato le popolazioni di squali nei nostri mari. Sebbene qualche rara apparizione, anche di bianchi, veniva registrata più o meno regolarmente, era diventato assai difficile riuscire ad incontrarli. Così, venticinque anni fa, ebbi l’occasione di recarmi in Tailandia. Lì, potei osservare diverse specie marine tipiche di quei mari. Squali compresi.
Dai piccoli abitatori delle barriere coralline al grande squalo tigre. E fu in quella occasione che ebbi modo di vedere per la prima volta e con i miei occhi l’enormità del fenomeno dello “shark finning”. Ricordo come fosse oggi, la tristezza nel vedere distese infinite di pinne di squalo al sole lungo le strade dei porticcioli di diverse località marinare tra le quali Pattaya, nell’antico golfo del Siam. Allora, del finning, che è la barbara pratica che consiste nel tagliare le pinne agli squali ancora vivi, ne parlavano in pochissimi e se ne sapeva quasi nulla. Oggi sappiamo che è tra le principali cause di morte per lo squalo. Si calcola che ogni anno vengano uccisi oltre 60 milioni di squali solo per privarli di quelle benedette pinne che sono il principale ingrediente di una zuppa richiestissima in Oriente e non solo. E’ un mercato, questo, che rende milioni e milioni di dollari ed è controllato dalle mafie. Contrariamente a quanto si pensa, aggiunge Sabatini, una bella fetta di clienti della famosa e insipida zuppa di pinne di pescecane sono occidentali ed è sempre più facile trovarla anche nel nostro Paese. Sarà uno degli argomenti che toccheremo domenica”.
Dopo la Tailandia e altri viaggi dedicati al mare, Sabatini ha iniziato le sue spedizioni per incontrare lo squalo bianco. “Le coste del Sudafrica, oltre a quelle australiane, messicane, neozelandesi e statunitensi sono le località dove è più facile riuscire ad osservare il predatore con una certa frequenza. Il Sudafrica, però, aveva dalla sua una caratteristica pressoché unica che riguardava il più pericoloso tra gli squali”. Qui, infatti, i grandi bianchi, per cercare di sorprendere le agilissime otarie, si producono in scatti così potenti da spingere loro stessi completamente fuori dall’acqua. “Vi assicuro, sottolinea Sabatini, che vedere un animale che pesa quasi una tonnellata balzare fuori dall’acqua con in bocca una preda è uno spettacolo unico al mondo. In un attimo, infatti, lo squalo compare dal nulla, squarciando la superficie con le fauci spalancate. Poi si rituffa in mare con un tonfo degno della sua stazza. Tutto in meno di un secondo. E’ incredibile!”.
Sabatini è rientrato da poche settimane dalla sua ultima spedizione sudafricana e sta già programmando la prossima. “Sono alla ventesima spedizione dedicata al grande bianco e l’emozione degli “squali volanti” della False Bay è sempre la stessa. Ho osservato innumerevoli azioni di caccia e il mare in tempesta, come testimoniano alcuni scatti, non è mai stato un grosso problema. Si esce prima dell’alba, punto”.
La False Bay, così come la baia di Mossel Bay sul versante dell’Oceano Indiano sudafricano, o la più turistica Gansbaai, sono località speciali per la presenza degli squali bianchi. Mossel Bay, ad esempio, è unica perché, come testimonia anche l’amico Enrico Gennari, direttore scientifico di Oceans Research di Mossel Bay, -gli squali si avvicinano spessissimo alla riva tanto che sono stato osservati in diverse occasioni farsi largo tra gli ignari bagnanti-, segno evidente, questo, che l’uomo non è sul loro menù”.
Molte specie di squali sono a rischio di estinzione. “Gli squali, conclude Sabatini, sono al vertice della catena alimentare e sono indispensabili per la vita stessa degli oceani che contribuiscono a regolare. L’uomo, nel giro di pochi anni, è riuscito a distruggere interi habitat marini e sta decimando centinaia di specie marine, squali compresi. Un oceano senza squali è impensabile e inconcepibile. Gli effetti potrebbero essere dirompenti e portare ad un punto di non ritorno. Non vogliamo ricordare che l’aria stessa che respiriamo arriva perlopiù dagli oceani. Anche per questo, dobbiamo fare di tutto per proteggere la vita negli oceani che, non dimentichiamolo, è anche la nostra”.
L’appuntamento con “Il Grande Squalo Bianco. L’Ultimo Predatore” e Remo Sabatini è per domenica 23 novembre alle 17.30 presso l'Associazione culturale Il Casale di Torraccia a Roma. Sono previsti diversi ospiti tra i quali Francesco e Luca Vergovich e Alessandro D’Orazi.