Riceviamo e pubblichiamo.
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ROMA – «La decisione del Comitato Tecnico-Scientifico della Protezione Civile di non riprendere l’attività per quanto attiene gli sport da contatto è in controtendenza rispetto ai dati rassicuranti della curva epidemiologica, a quanto indicato dalle linee guida per le singole discipline che stabiliscono misure di sicurezza da attuare e alla ripresa complessiva delle attività nel Paese.
«Il popolo degli sportivi, quanti giocano su un campo da calcetto o in una villa la domenica mattina, attendono il via libera per potersi lasciare alle spalle un periodo difficile. E questo attendono anche i tantissimi gestori di palestre e circoli sportivi la ripresa dei quali è lenta, fragile e piena di insidie. Decisioni quantomeno esagerate non aiutano la ripartenza.
La politica ottusa del “no” a ogni costo, come sottolineato da Matteo Salvini, non porta da nessuna parte. Giusto ripartire con tutte le attività sportive: prima lo si farà e meglio sarà per tutti. Per chi lo sport lo vive quotidianamente e per chi lo organizza e lo propone.
«Quello che passa con il no del Cts è, nella percezione generale, un messaggio di diseguaglianza e diseducativo: una volta risolto il problema del Calcio di Serie A, tutto il resto sembra poter attendere…».
Così il Sen. Claudio Barbaro, Presidente di ASI, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, su Cts e sport da contatto.
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