Il Po come l’Italia…terra di nessuno
L’ennesimo servizio di denuncia di Striscia La Notizia
Don Camillo e Peppone sarebbero su tutte le furie! Il grande fiume raccontato nelle pagine dei romanzi di Guareschi e nelle pellicole seguenti ad esse ispirate, quel fiume è in pericolo. Ancora.
Di nuovo.
Dopo essere stato saccheggiato per decenni della sua sabbia finissima e nera, ideale per le stuccature nell'edilizia e venduta a peso d'oro, ora è la volta della vita stessa che nelle sue acque vive e si moltiplica: i pesci.
Carpe, i celeberrimi pesci siluro e tutto ciò che nuota lungo quel fiume rischia di finire in padella allegramente grazie alla noncuranza di chi dovrebbe controllare e, soprattutto, grazie alla solerzia, stavolta, di chi, armato di reti e di tutto ciò che occorre per stivare il pescato illegale in condizioni da quarto mondo.
L'inviato del TG satirico firmato Ricci era arrivato sulle sponde del Po dove aveva aspettato la notte e il momento giusto per raggiungere la località indicata alla ricerca delle reti da pesca abusive.
Le reti erano lì e ostruivano il passaggio dei pesci da sponda a sponda catturando qualsiasi cosa.
Poi, verificato il tutto, si è atteso l'arrivo dei furgoni e delle auto che avrebbero trasportato il pescato ai vari destinatari finali. Stavolta, almeno stavolta però, gli pseudo pescatori avrebbero trovato anche qualcosa d'altro all'arrivo: telecamere e agenti di polizia.
I soliti tafferugli verbali e la strafottenza dei delinquenti che sanno benissimo di rischiare poco o nulla dal punto di vista penale o civile in questo Paese alla frutta, e tutto si è concluso lì. Qualche euro di multa, qualche minaccia che a denunciarla si perderebbe solo tempo e un fiume depredato.
Bottino della serata? Quintali di pesce come sempre, e una dichiarazione di uno dei tali colti sul fatto: “Se non si chiudono le strade per arrivare qui, tempo pochi anni e il fiume sarà vuoto!”
Ecco! Don Camillo e Peppone non lo avrebbero mai permesso.