Il presidente della Lazio Lotito pronto a entrare in politica
Svela Lotito: “Me lo chiedono in tanti perché sono bravo. Mi invidiano perché vengo dal nulla, sono colto e preparato”
Il presidente della S.S. Lazio Claudio Lotito in un intervista apparsa stamattina sul Corriere Della Sera svela di essere pronto a scendere in campo, ma stavolta in politica.
"Io sono pronto per mettere a disposizione la mia esperienza. Ho dimostrato di saper fare, io sono un uomo del fare. Sono capace ad amministrare. L’Italia, più che di politicanti, ha bisogno di buoni amministratori e di persone perbene. Perché chi fa politica dev’essere pronto ad indossare anche il saio, e io non avrei problemi". Queste le parole rilasciate al quotidiano di via Solferino.
Il presidente Lotito, che vanta da sempre buone amicizie con tutti, tra cui Berlusconi, aggiunge: "Io ho ottimi rapporti con Berlusconi, ma poi vedo e sento tutti…", spiega. "Tipo che l’altro giorno ho viaggiato in aereo seduto accanto a Calderoli… dietro avevo Bersani… E che fa, Bersani? Una battuta. Ma non posso dirgliela. Sono riservato, io".
Secondo Lotito, quindi, sarebbero in molti a chiedergli di fare il grande passo ed entrare nella politica: "Me lo chiedono in tanti… 'Claudio puoi essere utile', 'Claudio dai', 'Claudio deciditi…' ".
Lotito poi risponde anche alle prese in giro sul web degli ultimi mesi. È tutta invidia, secondo il presidente laziale. "M’invidiano! Vengo dal nulla, sono di successo, dormo tre ore a notte, gli parlo in latino, so’ colto. Anche a scuola: studiavo, prendevo voti alti. È una colpa essere bravi? Quando vedo arrivare Andrea Agnelli in Lega che si porta dietro portavoce, dirigenti, avvocati… Io vado da solo: com’è?".
Nell'intervista Lotito rivendica anche di non aver "mai vissuto di rendita, come certi… E poi ho un dono: sono un leader. Ma non lo dico io, no: l’ha detto Preziosi, il presidente del Genoa, ad Agnelli. E pure Thohir, quello dell’Inter, mi sa che ha capito che tipo sono…".
E infine: "E comunque, guarda, non è facile fare il presidente della Lazio in una città dove D’Alema è della Roma e il presidente del Coni Malagò è della Roma… Ma io reagisco, me ne frego, vado avanti…".