Il reparto di ematologia dell’ospedale di Frosinone non chiuderà
Il Sindaco: “Portiamo avanti una battaglia di civiltà”
Esito soddisfacente dell’incontro avuto dal Sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, nella veste anche di presidente della conferenza dei sindaci per la sanità, con il direttore generale facente funzioni dell’Azienda Sanitaria, dott. Mauro Vicano, e con il primario del reparto di Ematologia, dott. Roberto Marra. Incontro promosso a seguito dell’emersione di una serie di criticità nel funzionamento della struttura e della paventata ipotesi di chiusura dello stesso.
“Ringrazio il direttore generale Mauro Vicano – ha dichiarato il Sindaco Nicola Ottaviani – per l’impegno profuso per la salvezza del reparto, così come un doveroso ringraziamento va all’associazione ‘Donfrancesco’ che, grazie all’istituzione di due borse di studio per altrettanti medici, consentirà alla struttura di poter continuare a funzionare regolarmente con giovamento per i malati e per l’utenza in generale. L’impegno dell’associazionismo è stato ampio, poiché, in questo quadro s’inserisce, anche l’attività della sezione frusinate dell’Ail che svolge una preziosa ed impagabile opera di assistenza domiciliare che agevola di non poco l’attività del reparto”.
“Ribadisco – ha proseguito il sindaco Ottaviani – che la battaglia per il reparto di Ematologia è una battaglia di civiltà. Questa esperienza, nata circa dieci anni fa grazie allo sforzo di tanti operatori sanitari e grazie all’impegno di alcune associazioni che operano sul territorio, ha prodotto risultati considerevoli.
Il reparto non può chiudere perché ricomincerebbe quella emigrazione ospedaliera di tanti malati che aggiungerebbe disagio e pesantezza a situazioni già di grande sofferenza. Non è tollerabile che si torni alla situazione di dieci anni fa. Non possiamo rinunciare a una grande conquista come quella dell’istituzione e del successivo mantenimento del reparto di Ematologia a Frosinone, poiché non è pensabile che, anche per le più semplici prestazioni sanitarie ematologiche, i nostri malati debbano recarsi a Roma con grande dispendio di energie fisiche e di risorse economiche per se stessi e per i propri familiari. La dismissione del reparto avrebbe comportato la perdita di professionalità importanti che in questi dieci anni di attività hanno aiutato e dato sollievo a migliaia di malati”.