Il ritorno degli storni a Termini, va aperto l’ombrello tra puzza e sterco
Due anni fa il Campidoglio provò con i rapaci. Falchi e falconieri avrebbero dovuto spaventare gli storni e allontanarli dal centro urbano
Bisogna camminare con l’ombrello aperto a piazza dei Cinquecento per pararsi dalle deiezioni continue degli storni che piovono dal cielo. E la strada è scivolosa e la puzza è insopportabile. Oltre al rischio che gli escrementi possano trasmettere infezioni. Sono tornati gli storni, a migliaia, decine di migliaia. Coprono il cielo e soprattutto portano il disagio di cui abbiamo parlato.
Nel 2013 il Comune di Roma ci provò con i dissuasori. Sulle sponde del Tevere alcuni operatori con tute, mascherine (erano per il cattivo odore) e megafoni provarono a scacciare via i pennuti. Due anni fa, sempre di questi tempi, il Campidoglio provò con i rapaci. Falchi e falconieri avrebbero dovuto spaventare gli storni e allontanarli dal centro urbano. Un rimedio non peregrino perché utilizzato anche in alcuni aeroporti.
Fatto sta che insieme a tutti i limiti imposti dalle restrizioni anti Covid, il ritorno degli storni a Piazza dei Cinquecento, proprio di fronte alla Stazione Termini aggrava il disagio dei viaggiatori. Soprattutto dei pendolari che ogni giorno e ogni sera raggiungono la stazione ferroviaria per prendere il treno e tornare a casa. Qualcuno ci penserà a risolvere il problema?
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