Il ruolo del biometano nella transizione energetica: dall’antichità ai nostri giorni

Le centrali a biogas e biometano rappresentano una tecnologia matura e offrono numerosi vantaggi in termini di sostenibilità ambientale ed economica

Industria_pexels-wolfgang-weiser

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Sempre più spesso si parla di energie rinnovabili nei giornali, in tv, nei talk show, nei comizi elettorali, nei piani di sviluppo energetico mondiale e ogni volta, a seconda degli attori proponenti, giornalisti, ricercatori, risulta difficile trovare un punto d’incontro. A seconda della parte politica di riferimento che presenta il progetto, cambia il modo di pensare e trattare l’argomento, si vagliano i pro e i contro non tanto per il bene delle comunità, quanto per i propri scopi partitici-politici-economici.

Quando Dio ha creato questo meraviglioso pianeta, milioni di anni fa, l’ha fatto pensando al nostro benessere e dotandoci di tutte le materie prime indispensabili alla nostra esistenza, fornendoci nel contempo il giusto intelletto per il corretto utilizzo atto alla salvaguardia del pianeta e di tutte le specie animali che ne fanno parte.

La prima fonte energetica è stato il sole, successivamente abbiamo appreso come ci si poteva riscaldare in altri modi, cosi si è passati alla combustione della legna, l’uso dell’aria e dell’acqua per i mulini, il carbone e successivamente in sequenza il petrolio, il gas naturale, l’energia idroelettrica, il nucleare, la geotermica, la marina, l’eolica, il solare, fino ad arrivare alle biomasse, al biogas e al biometano.

L’esempio dell’antica Roma

Anticamente se ne faceva un uso ancestrale in quanto il loro utilizzo era spesso fortuito. I primi esempi li abbiamo nelle fognature romane, questa antica civiltà aveva ben compreso l’importanza di gestire gli scarichi. Le intricate reti fognarie romane, oltre a svolgere una funzione igienica, produceva biogas come sottoprodotto della decomposizione dei rifiuti organici. Questo gas, sebbene non fosse raccolto o utilizzato in modo sistematico, rappresentava una delle prime forme di biogas nella storia.

Altri esempi vi sono nelle miniere, soprattutto in Cina, dove i minatori, fin dall’antichità, si imbattevano in sacche di gas infiammabile nelle profondità, prodotto dalla decomposizione di materiale organico presente nel sottosuolo, il quale veniva spesso temuto per la sua pericolosità ma, in alcuni casi veniva anche utilizzato per illuminare le gallerie e, sempre in questo Paese, veniva prodotto il gas dalla fermentazione di rifiuti organici per cucinare e riscaldare le case.

Anche in India il biogas è conosciuto da secoli, infatti, i contadini indiani attraverso la costruzione di semplici biodigestori e l’utilizzo di letame e altri rifiuti organici producevano gas da cucina.

In Veneto con i terreni paludosi

Nelle paludi, anche in quelle Venete, il gas veniva prodottodalla decomposizione di materia organica in ambienti umidi, tipica delle paludi, dove alcune culture lo utilizzavano per scopi rituali o per accendere fuochi.

Successivamente, nel XIX secolo, con l’industrializzazione e la crescita delle città, il problema della gestione dei rifiuti divenne sempre più pressante infatti, in alcune città europee, si iniziarono a sperimentare sistemi per raccogliere il gas prodotto dalle fognature ed utilizzarlo per l’illuminazione pubblica.

A partire dal XX secolo, con lo sviluppo delle nuove tecnologie di trattamento delle acque reflue, la produzione di biogas ha iniziato a svilupparsi con sempre maggior interesse a causa di diversi fattori, quali, la crisi energetica nata negli anni ’70, con i vari shock petroliferi, i quali hanno evidenziato la vulnerabilità dei sistemi energetici basati sui combustibili fossili stimolando la ricerca di fonti alternative.

I combustibili fossili

Le preoccupazioni ambientali legati all’uso dei combustibili fossili, come il cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico, ha reso ancora più urgente la transizione verso fonti energetiche più pulite e la disponibilità delle biomasse, materie organiche di origine animale o vegetale, quali risorse rinnovabili ed ampiamente disponibili, da essere convertite in biogas attraverso la digestione anaerobica.

I vantaggi del biogas e del biometano sono notevoli, essendo considerati combustibili a basse emissioni di carbonio, in quanto il carbonio rilasciato durante la combustione è stato precedentemente assorbito dalle piante durante la fotosintesi e, gli impianti possono essere di piccole o medie dimensioni, consentendo una produzione di energia più diffusa e meno centralizzata, capace di valorizzare una vasta gamma di rifiuti organici, come quelli agricoli, zootecnici e urbani, al fine di contribuire alla gestione sostenibile dei rifiuti per produrre energia elettrica, calore o come combustibile per veicoli od essere iniettato direttamente nella rete del gas naturale.

Chiediamoci quindi quali sono le prospettive di crescita in Italia, ben sapendo che attualmente tutta l’energia prodotta nel nostro Paese deriva da energia derivante dall’utilizzo del gas naturale, carbone e petrolio ma ciò non è sufficiente per colmare il buco della nostra domanda la quale viene giornalmente colmata con l’acquisto di energia dai Paesi limitrofi.

Il Biometano e le prospettive future in Italia

Inoltre quali saranno i futuri aumenti del gas naturale alla borsa di Amsterdam, sapendo che oggi il valore del TTF è pari a 0,479 €/Smc, in aumento rispetto a ieri, prendendo anche in considerazione i continui conflitti bellici in corso ed i giochi commerciali tra USA e Russia, i quali non faranno altro che gravare sui nostri stipendi o pensioni per l’acquisto della materia prima.

Ricordiamoci inoltre che, la produzione di biometano, può essere integrata anche con altre fonti rinnovabili, come l’energia solare ed eolica, per creare sistemi energetici più restenti e flessibili. Ad esempio, l’energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici può essere utilizzata per alimentare gli elettrolizzatori, che producono idrogeno da acqua, il quale può essere successivamente miscelato al biogas per aumentarne il potere calorifico, contribuendo a creare un’economia circolare capace di valorizzare i rifiuti organici e riducendo la dipendenza dalle discariche.

Inoltre, dalla digestione anaerobica si sottolinea che viene prodotto anche un digestato ricco di nutrienti, da utilizzare come fertilizzante in agricoltura, chiudendo ulteriormente il ciclo dei nutrienti.

Una tecnologia in evoluzione

Le centrali a biogas e biometano rappresentano una tecnologia matura e in continua evoluzione e offrono numerosi vantaggi in termini di sostenibilità ambientale ed economica. La loro diffusione è destinata a crescere ulteriormente nei prossimi anni, grazie anche alle politiche di sostegno alle energie rinnovabili e alla crescente domanda di energia pulita, basti pensare che negli ultimi anni, la Comunità Europea ha lanciato un partenariato  industriale capace di duplicare il target di produzione ed uso con visione al 2030 a 35 miliardi di  metri cubi.

Ultimissima nota da evidenziare è quella di ribadire che, attualmente nel nord Italia sono presenti circa 2.200 impianti di biogas e circa 85 impianti di Biometano, mentre nel resto d’Europa sono presenti circa 20.000 impianti, maggiormente presenti in Germania e Francia, in continua crescita ed un recente studio del CNR ha evidenziato che la sostituzione del gasolio con il biometano contribuirebbe alla riduzione delle emissioni di gas serra fino al 121%. Sulla base di tali evidenze scientifiche è facile immaginare quale sia il ruolo degli impianti di biometano nel processo di transizione energetica che interessa tutti i settori strategici della vita moderna.