A pochi giorni dalla conclusione di questa campagna elettorale regionale, voglio rappresentare in qualità di Amministratore locale il grido d’allarme dei cittadini di fronte allo spettacolo disastroso in cui versa la sanità laziale, dopo gli ennesimi tagli ai posti letto avuti con la ricetta del Commisssario Bondi.
Il taglio al fondo sanitario che ricadrà sul Lazio nel 2013 sarà complessivamente di circa quattrocento milioni. Questo è quanto è stato deciso dai provvedimenti del Governo. Nel 2014 tale riduzione arriverà addirittura a 600 milioni.
I cittadini oramai subiscono giorno per giorno un drastico peggioramento del diritto alla salute, causato da una miope visione ragionieristica, supportata dall’idea di scaricare sui cittadini i costi del servizio.
La ricetta dei tagli non colpisce solo la sanità pubblica nella quale c’è lo spettro della cancellazione di oltre 300 reparti di degenza nella regione, ma riguarderà anche le strutture private convenzionate.
Tuttavia non è chiudendo gli Ospedali che si risanano i conti in rosso delle ASL e Ospedali.
L’effetto del taglio sui posti letto e sulle prestazioni sanitarie da un punto di vista politico è la negazione del diritto del cittadino di curarsi.
E’ evidente che la politica che legifera, di fronte alla drammatica situazione in cui versano gli ospedali e l’offerta sanitaria nel Lazio e a quali calvari siano costretti a vivere coloro che hanno l’esigenza di curarsi e chi in queste strutture ci lavora giorno e notte a ritmi sovrumani, non affronta il problema da un punto di vista qualitativo, cosa ancora più grave per chi si definisce “governo tecnico”, ma si limita a ragionamenti quantitativi.
Il Servizio Sanitario come un mezzo per dare assistenza a tutti e non solo ai ricchi, col passare dei tempi si è trasformato in una macchina pubblica molto costosa e talora improduttiva.
Bisogna infatti che la politica regionale cominci a fare le scelte giuste e non si lasci più guidare dai ragionieri e peggio ancora dai tecnici dei lobbisti.
Partendo dal presupposto che nella Sanità pubblica, qualsiasi cosa si fa, c’è sempre qualche privato che economicamente se ne avvantaggia chiediamo a chi governerà la Regione Lazio di pretendere una maggiore qualità e trasparenza dal servizio erogato al cittadino.
Quello che noi Amministratori locali facciamo quotidianamente risolvendo i problemi dei nostri cittadini va applicato alla dimensione regionale: ovvero meno analisi sociologiche, più semplificazione e concretezza, decisionismo e applicazione di “idee forti” di risanamento e soprattutto più concertazione. Sarà sicuramente il dialogo cittadinanza – operatori – politica del territorio a innescare un cambio di rotta. Per garantire ai cittadini del Lazio la qualità dei servizi sanitari ed ai lavoratori la salvaguardia e la dignità del posto di lavoro, c’è bisogno di concertazione.
Il mio appello a chi vincerà le elezioni regionali è di far partire subito un confronto che finora non c'è stato, per ridefinire e ridurre la spesa sanitaria tra i sindacati del settore, i vertici aziendali Asl e le istituzioni locali per non tagliare assistenza e posti di lavoro, ma riorganizzare per valorizzare, e per riportare la rete assistenziale della Regione in linea con i bisogni reali dei cittadini.
ANGELO TOMEI
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