Il sistema televisivo Digitale Terrestre DVB T2 spiegato bene

Nuovo Digitale Tv, una novità fasulla e una storia italiana come tante. Proclami, lamentele, urla di dolore per una notizia che non c’è

Antenne

Foto di Sami Aksu: https://www.pexels.com/it-it/foto/bianco-e-nero-uccello-tetto-ali-11236318/

Pochi ricorderanno quando, per ricevere un segnale televisivo, si doveva “aggiustare” la sintonia dell’apparecchio ricevente, fino a raggiungere la qualità desiderata. Capitava spesso di vedere dei fantasmi (immagini leggermente sovrapposte in scorrimento) oppure di scorgere come della “sabbia” nell’immagine sintonizzata, stando a significare che il segnale ricevuto era troppo forte o troppo debole.

Il sistema digitale, come funziona

Con l’arrivo del sistema digitale tutto ciò ha avuto un notevole cambiamento, in quanto le immagini codificate con il sistema binario ed inviate a pacchetti, quando ricevute, o si vedono perfettamente o non si vedono, tutt’al più con disturbi di squadrettamento assai fastidiosi. E dobbiamo ad un ingegnere dal nome italiano, Andrea Giacomo Viterbi, nato in Italia ma emigrato negli States, l’algoritmo in grado di correggere gli errori di trasmissione dei pacchetti di dati, consentendo così una visione priva di artefatti (interpolazioni fastidiose).

Per alcuni anni abbiamo avuto una transizione da un sistema di trasmissione completamente analogico (dove i segnali avevano un legame di proporzionalità con il livello degli stessi) ad un sistema misto, dove coesistevano alcune frequenze in formato analogico e altre in formato digitale. Una differenza non da poco che ha spostato l’attenzione della categoria degli antennisti installatori verso l’utilizzo di materiali più performanti in termini di efficienza, durevolezza e affidabilità. Ma non è il solo cambiamento che si è manifestato a seguito di questa trasformazione.

Per portare un esempio, mentre un canale televisivo tradizionale occupa una sola frequenza e fa vedere una sola trasmissione, un segnale digitale veicola un bouquet di immagini e suoni, da uno a dieci/quindici programmi diversi contemporaneamente e con possibilità di teletext, suono panoramico ed interattività di varia natura, qualcosa di veramente nuovo e intrigante.

Standardizzare il sistema di trasmissione tv

Con il passare del tempo le aziende emittenti come RAI, Mediaset, La7, e i vari soggetti privati locali hanno dovuto necessariamente stipulare accordi per standardizzare il sistema di trasmissione dei segnali, facendo anche dei cambiamenti importanti ma poco apprezzabili dai non addetti ai lavori, un esempio per tutti è stata la traslazione in frequenza dei canali televisivi, in special modo le frequenze denominate VHF (Very High Frequency), e poi ci fu quel giorno in cui furono spente in via definitiva le frequenze analogiche. Un dramma.

La riorganizzazione, necessaria, dello spettro di trasmissione tv per fare posto al nuovo sistema ebbe diverse ripercussioni, specialmente nei confronti degli utenti più deboli (anziani in primis) con un “coso” da collegare al proprio televisore e l’aggiunta di un secondo telecomando che, se da una parte causò la confusione di molte persone, dall’altra fu un affare d’oro per molti “tecnici” improvvisati, che spesso a prezzi fuori mercato proponevano risintonizzazioni e riparazioni spesso non necessarie o addirittura al limite della truffa.

Come tutte le cose di questo mondo, la bufera passò e, piano piano, fu possibile abituarsi a questa novità della televisione con ben 300 canali. E fino a qui siamo arrivati a parlare del DTT (digital terrestrial television, televisione digitale terrestre) di prima generazione, meglio conosciuto come DVBT1.

Il Bonus Tv

Certo, fra concessione di bonus tv per cambiare l’apparecchio ricevente o dotarsi di un decoder esterno, e abbonamenti a piattaforme televisive a pagamento, di cose ne sono accadute tante, ma potremmo serenamente affermare che l’italiano medio aveva ormai assorbito questa transizione, con qualche intoppo tecnico magari ma tutto sommato in modo accettabile.

Ma non era sufficiente. La necessità di liberare frequenze per la telefonia cellulare in rapida trasformazione, con l’implementazione di un nuovo e più complesso sistema di trasmissione radio, ebbe la conseguenza di rendere necessari nuovi cambiamenti al sistema televisivo.

Come fare per mantenere i programmi nella stessa quantità, riducendo lo spazio radioelettrico disponibile? Soltanto aumentando la compressione dei segnali, e siccome questo passaggio avrebbe potuto comportare un deterioramento della qualità, si è reso necessario un passaggio a una codifica più complessa e performante, ma che ha comportato un nuovo esborso economico per diversi utenti della nostra amata televisione, e nuove riorganizzazioni e risintonizzazioni, divenute periodiche, che hanno di fatto cancellato una porzione dello spettro radioelettrico ex televisivo, per favorire la telefonia cellulare.

Qui inizia la fase 2, cioè la trasformazione dal DVBT1 al DVBT2

Dopo vari passaggi siamo giunti al Digitale Terrestre di seconda generazione, già in funzione da diverso tempo (altrimenti non vedremmo i nostri programmi preferiti).

E dunque, la notizia recente secondo cui la RAI dal 28 di Agosto farebbe un passaggio al “nuovo sistema” del proprio bouquet RAI B? E tutti gli articoloni sulle nuove spese per nuovi apparecchi televisivi?

Colossali Fake News. Noi tutti , ormai, abbiamo televisori o decoder esterni per ricevere questi segnali, altrimenti niente Maria De Filippi o Carlo Conti. Quello che accadrà, al massimo, sarà una nuova risintonizzazione dei canali tv, cosa che nei televisori attuali al 90% avviene in automatico dopo un paio di ore dallo spegnimento.

Restiamo sereni, perché quello che cambierà sarà solo un “bit-rate” cioè la compressione dei segnali e la loro decodifica, cosa che i nostri apparecchi sono già in grado di sopportare.

Dante Cipolletti