Il testamento autentico di Alberto Sordi
L’ipotesi di circonvenzione di incapace appare sempre più fondata. Continuano le indagini
Ricapitoliamo i fatti. La sorella dell’Albertone nazionale, signora Aurelia, a gennaio ha firmato dinanzi al notaio una procura che consente all’autista di famiglia, sig. Arturo Artadi, di disporre dei suoi soldi.
La procura rilasciata all’autista è in evidente contrasto con il testamento della signora Aurelia con la quale, nel 2011, avrebbe disposto che il patrimonio milionario della famiglia finisca, dopo la sua morte, alla Fondazione Museo Sordi, una delle tre che portano il nome del grande Alberto. L’autenticità del testamento appare inconfutabile e ciò rafforza l’ipotesi della circonvenzione di incapace. In effetti, la procura è lo strumento giuridico che autorizza l’Artadi a mettere le mani sui soldi prima del trasferimento del denaro alla Fondazione.
Il pubblico ministero Eugenio Albamonte continua le audizioni delle persone informate dei fatti. Ieri è stato ascoltato Antonino Chini, nipote della segretaria di Alberto Sordi e molto legato alla signora Aurelia. Il Chini ha dichiarato che era stato autorizzato, con l’Artadi , a disporre di un conto sul quale affluivano gli interessi del patrimonio, precisando altresì che da circa un anno era stato allontanato dalla signora Aurelia ed estromesso, con la procura esclusiva all’Artadi, da ogni beneficio. L’intenzione del pubblico ministero sembra quella di voler disporre di un completo quadro sanitario della signora Aurelia. Al riguardo è stato ascoltato il professor Lenzi, il neurologo che a fine 2011 ha visitato la sorella di Sordi, e al più presto sarà disposta una perizia psichiatrica.