Politica

Immobilismo 5 Stelle in Campidoglio: a rischio equilibrio economico Ama e sconti sulla Tari

Gli scontri interni alla maggioranza Cinque Stelle in Campidoglio, che per due volte nel giro di cinque giorni non è stata in grado di garantire il numero legale, rischiano di costare l’equilibrio economico-finanziario ad Ama. L’immobilismo 5 Stelle rischia anche di impattare sull’approvazione del nuovo regolamento Tari, le nuove aliquote Tari 2020.

Questi ultimi due atti hanno per legge una dead line, quella di domani. Se entro questo termine l’Aula non li avrà approvati le relative delibere di Giunta salteranno e per Ama saranno guai.

In caso di nulla di fatto anche nella seduta dell’ultimo giorno di settembre, la municipalizzata dovrà rinunciare ai circa 33 milioni di euro in più rispetto al 2019 garantiti dal piano tariffa approvato dalla Giunta, che vale 819,5 milioni.

Questo significa che anche nel 2021 Ama potrà contare per il pagamento dei servizi resi sugli stessi soldi del 2019, cioè 786 milioni circa.

Un disequilibrio finanziario nei conti affatto trascurabile, soprattutto per un’azienda che sta redigendo un piano di risanamento propedeutico a una ricapitalizzazione o finanziamento soci da parte del Campidoglio (suo unico azionista).

Inoltre, il Pef 2020 contiene anche un’altra importante boccata d’ossigeno per Ama, vale a dire la cessione a Roma Capitale di 104 milioni di euro di crediti Tari risalenti al periodo 2003/09 che l’azienda ritiene inesigibili e che non ha inserito in alcun fondo di svalutazione, e un contestuale piano di spalmatura di questi soldi in nelle tariffe 2020, 2021, 2022 e 2023.

Se l’Assemblea capitolina non fosse in grado di approvare il documento, Ama sarebbe costretta a inserire questa cifra in un fondo di svalutazione dei crediti. Aumenterebbe così il rosso sul bilancio di esercizio 2017 (ancora non approvato), che a marzo già si assestava su 100 milioni di euro.

Batosta per cittadini e attività commerciali

L’immobilismo 5 Stelle rischia di produrre anche un’altra batosta e stavolta a pagarne il prezzo sarebbero i cittadini e le attività commerciali. Sia il Pef, che la delibera sulle aliquote Tari, contengono la previsione di circa 65 milioni di detrazioni tariffarie per queste due categorie, provate dalla pandemia da Covid 19, che quindi verrebbero meno senza il via libera agli atti di giunta.

La Ragioneria Capitolina, con una nota del 25 settembre indirizzata al Segretario generale e per conoscenza all’assessore Gianni Lemmetti, sulle due questioni è stata molto netta.

“La mancata approvazione del Pef e delle tariffe Tari 2020 comporterebbe l’automatica applicazione delle tariffe 2019 con conseguente mancato raggiungimento dell’equilibrio economico finanziario del gestore Ama.

Inoltre, lo sforamento della scadenza del 30 settembre determinerebbe l‘impossibilità di applicare le riduzioni tariffarie a favore delle utenze domestiche e non domestiche stabilite dalla delibera Arera 158/20 nonché la mancata applicazione delle agevolazioni e riduzioni previste nel approvando regolamento Tari”.

Ancora 24 ore di tempo per mettere le cose a posto. Partito il conto alla rovescia

Per evitare il disastroso finale, l’Aula, a cominciare dalla maggioranza, ha ancora 24 ore di tempo per mettere le cose a posto. Il presidente Marcello De Vito ha proposto alla capigruppo (che ha accettato, ma col voto contrario delle opposizioni) una comprensione dei tempi sulla discussione degli emendamenti.

Si ricomincia domani col primo appello alle 10 (per aprire la seduta bastano 16 presenti su 48 consiglieri, visto che si tratta della seconda convocazione) per discutere e approvare, nell’ordine, il nuovo schema di convenzione Ama, l’assestamento di bilancio, il Pef Ama 2020 e le nuove tariffe 2020. Il conto alla rovescia è partito. (Mtr/Dire)

Redazione

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