Erano sessantamila, secondo i manifestanti, gli imprenditori che oggi a Roma hanno fatto sentire la loro voce nell’ambito dell’evento “Senza Impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro”, organizzata da R.ETE. Imprese Italia che riunisce le 5 Organizzazioni dell’artigianato, del terziario di mercato e delle piccole imprese italiane (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti).
L’iniziativa è stata promossa per esprimere il profondo disagio delle piccole imprese italiane stremate dalla crisi economica e da condizioni di contesto che comprimono le potenzialità del tessuto produttivo.
Le imprese hanno chiesto a gran voce “azioni concrete e rapide e non più progetti astratti per la soluzione di problemi ormai indifferibili”.
A dirlo non sono le parole degli imprenditori ma i dati. Nel periodo compreso tra il 2007 ed il 2013 si è avuta una contrazione dell’attività produttiva drammatica:
• il Pil del Lazio si è ridotto dell’8%
• la ricchezza pro-capite si è ridotta dell’11,1%
• il valore aggiunto dell’industria e costruzioni si è ridotto del 16,1%
• l’occupazione si è ridotta di 50mila unità
• la disoccupazione è raddoppiata, dal 6,4 al 12,2% (150mila disoccupati in più)
• la disoccupazione giovanile ha superato il 40%
• ogni giorno nel Lazio chiudono 91 imprese
Numeri che hanno spinto imprenditori di tutta Italia a scendere in campo a difesa per tutelare il futuro delle aziende e dei loro dipendenti.
Tra le imprese presenti c’era anche il Consorzio Olytecma Italia, Consorzio leader nel settore delle ristrutturazioni, costruzioni, manutenzioni e facility management.
Il Presidente Fabrizio Mancini spiega le ragioni dell’adesione alla manifestazione: “Olytecma Italia è scesa in piazza per contribuire a sensibilizzare in maniera forte la necessità di disegnare nuove regole per far ripartire la macchina del Paese. Occorre moralità e sostenibilità nei progetti economici che devono essere obbligatoriamente snelli concreti e di rapida attuazione. Non c’è più tempo da perdere”.
Nel 2013 in Italia hanno chiuso quasi 33mila imprese, una media di 100 al giorno. Il Lazio, che annovera il 2% del totale delle aziende europee, può essere il fulcro della rinascita delle PMI italiane?
“Gli orpelli ed i catenacci che hanno bloccato la crescita sono un comun denominatore da nor a sud. Il rilancio deve passare attraverso le riforme: dall’abbattimento del costo del lavoro alla necessaria sburocratizzazione fino alla tutela del credito. In poche parole serve una politica seria che consenta agli imprenditori italiani di fare impresa”.
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