Torniamo a scrivere di sentimento, dopo l’imperativo “il naso fuori di casa” di fine marzo. Torno a scrivere perché sono giorni che percepisco tra la gente questo senso di disagio, di incertezza, di paura ed ossessione che proviene proprio da chi dovrebbe essere la nostra guida, il nostro unico riferimento.
La mia è una richiesta, lasciateci in pace. E’ l’unica sensazione che traspare negli occhi di tutti gli italiani, dateci pace. Lasciateci in pace perché siamo stanchi. Questa incertezza dilagante ci sta massacrando. Non è solo la pandemia, ma il modo in cui si sta affrontando.
Oggi invece di informare si comunica, e la comunicazione, per sua stessa natura, crea emozioni – paura talvolta – ma non razionalità.
Siamo stanchi dei talk show, dlle dirette facebook, dei post di Istagram, dei video virali, degli influencer. Tornate a fare i politici, quelli veri, quello che prendono decisioni importanti.
Ricorrere ai Ferragnez è senza dubbio uno strumento di comunicazione utilissimo, ma non può essere il modo di fare politica e risolvere i problemi.
Non c’è un punto di riferimento, non c’è una certezza informativa, non c’è una programma, non c’è una visione, non c’è nulla.
Non deve essere semplice gestire questa emergenza, non c’è dubbio, ma il popolo ha bisogno di certezze, ha bisogno di un leader, di un uomo forte come direbbe qualcuno (parlo di Sigonella, non di Piazzale Loreto).
Siamo al terzo DPCM (con il quarto in arrivo) in poco meno di due settimane, una follia.
Governatori di Regione che fanno gli sceriffi, opposizioni che sfruttano le difficoltà del Governo, la maggioranza che si divide al proprio interno, politici che si affidano ai protagonismi dei virologi di turno, virologi che sfruttano l’onda mediatica (anche dagli Stati Uniti), scienziati che pretendono di imporre a chi ci governa le regole del gioco, farmacisti che non dispongono più dei vaccini.
Non si può, non è di questo che abbiamo bisogno. Ci servono certezze. Serve una vera speranza, non quella dei ministeri.
Servono rotaie ben delineate e salde al terreno, non rotelle sulle quali sedere. Serve coesione, forza e coraggio. Dobbiamo sapere che non ci sarà un altro lockdown, ma se proprio dovrà esserci dobbiamo saperlo ora.
Gli imprenditori sono esseri incredibili, per loro natura sono pronti al rischio, ma devono prevedere le regole del gioco, devono poter organizzare, modificare, innovare, gestire e sognare. Così non c’è futuro, non c’è certezza. Naviga a vista.
Abbiamo bisogno di un piano articolato sul territorio, ma diretto dal Governo centrale. Che la situazione di Bergamo fosse diversa da quella di Matera era evidente, e lo è ancora.
L’Italia è un arcipelago e come tale va trattato; se nel comitato tecnico scientifico ci fossero non solo epidemiologi ma anche sociologi ed esperti della struttura del Paese non saremmo mai arrivati al lockdown.
Non ci servono bonus e opere di carità. Servono coraggio, unità e certezze. Ci serve chi si prenda la responsabilità di agire, di fare.
Siamo l’Italia, siamo il Paese più bello e ricco del mondo. Dateci regole, ma lasciateci in pace.
Angelo David D’Ambrogio
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