Ripartono le coppe europee, che per le romane cadevano in un momento buono per rialzare la testa. Sia Lazio che Roma dopo le sconfitte in campionato, pesanti per diversi motivi, avevano l’occasione per ripartire. I biancocelesti ci sono riusciti bene, i giallorossi no.
La Lazio inizia il girone F di Europa League come meglio non si poteva. Nel giro di un’ora le verticalità e i ritmi della squadra di Sarri, combinata con le disattenzioni olandesi, creano un roboante 4-0. Pochi i cambi dall’inizio rispetto alla partita col Napoli (3), a testimoniare come Sarri voglia puntare sulla competizione, soprattutto contro probabilmente la rivale più accreditata per i primo posto. Mattatore della serata Matias Vecino, che al quarto imbecca Luis Alberto nel gol di apertura e poi mette a segno una doppietta con la sua specialità, l’inserimento centrale.
Segnato il 4-0 dall’uruguaiano, la versione extralusso dei biancocelesti sparisce di colpo, forse già convinta di aver portato a casa la vittoria. Questo il peccato della serata, che nonostante il largo vantaggio quasi permette ai finalisti della Conference League di rientrare in partita. La doppietta di Gimenez fa suonare un piccolo campanello d’allarme che a ridosso dal 90’ sembrava essere preoccupante, ma al Var viene annullato un rigore per il Feyenoord – sarebbe stato il secondo della serata – e lì finisce il match. Un’assenza ingiustificata, un calo mentale che non può ripetersi in futuro.
Dopo lo 0-4 rimediato in Friuli, seconda trasferta e seconda sconfitta consecutiva per la Roma in pochi giorni. In Bulgaria, contro il Ludogorets, viene fuori una partita diversa da quella di Udine, ma una sconfitta inattesa mette il girone C già in salita per i campioni in carica della Conference League. Dopo un inizio equilibrato, la Roma piano piano prende il controllo della partita, ma il predominio sul campo porta solo ad un palo colpito da Mancini (35’). In assenza di Abraham, Belotti è ancora in ritardo di condizione e di intesa con i compagni. Come spesso succede alla squadra di Mou, con una squadra chiusa, fatica a scardinare la difesa. Così nonostante due occasioni anche per Dybala, a 20 dalla fine passa la squadra di casa con il brasiliano Cauly, a cui viene delittuosamente lasciata un’autostrada centrale per arrivare a tu per tu con Svilar.
L’accelerazione giallorossa provoca il pareggio di Shomurodov, entrato bene in campo al posto di Belotti, ma dopo 120 secondi torna sotto e non c’è più nulla da fare. Mourinho deve rivedere la difesa, che dopo un buon inizio ha subito 6 gol negli ultimi 180’. Alcuni infortuni hanno complicato le rotazioni ma serve ritrovare lo step mentale fatto negli ultimi mesi della scorsa stagione.
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