La domanda è provocatoria e allo stesso tempo profondamente inquietante: perché solo i sapiens, tra tutte le specie viventi, si fanno la guerra? La riflessione, che nasce da un post su Facebook, tocca temi fondamentali che esplorano l’essenza stessa dell’essere umano, spingendoci a mettere in discussione la nostra natura, le nostre scelte e le dinamiche che governano le società umane.
Lo scrive Mario Tozzi, che lancia la tematica della prossima puntata del suo programma “Sapiens – Un solo pianeta”: “nessun altro essere vivente riduce in schiavitù i membri della propria specie”, né “li tortura o li massacra” in maniera sistematica. Eppure, gli esseri umani, nel corso della storia, si sono distinti proprio per questo comportamento ricorrente: guerre mosse da ragioni economiche, religiose, politiche e razziali. Un’esclusiva del nostro essere sapiens che, se da un lato ha permesso l’evoluzione di società complesse e stratificate, dall’altro continua a seminare divisioni e violenze.
Per capire meglio questo comportamento unico della nostra specie, possiamo rivolgerci alla nuova etologia, una scienza che studia il comportamento animale e umano con un approccio sempre più interdisciplinare. Studiosi come Frans de Waal, Marc Bekoff, Irenäus Eibl-Eibesfeldt e Peter Turchin hanno gettato nuova luce su fenomeni che, fino a qualche decennio fa, erano interpretati in modo più rigido.
Gli scimpanzé, per esempio, spesso considerati un modello per comprendere le origini dei conflitti umani, mostrano sì comportamenti aggressivi, ma non raggiungono la complessità organizzativa e la sistematicità delle guerre umane. Anche le formiche, pur essendo note per i loro conflitti territoriali, agiscono secondo meccanismi biologici che non includono la costruzione di giustificazioni ideologiche o morali. La guerra, come la conosciamo noi, non è semplicemente un comportamento istintivo: è un prodotto della cultura, dell’organizzazione sociale e dell’evoluzione cognitiva. È qui che l’etologia moderna supera le vecchie concezioni, aprendo nuovi scenari interpretativi.
Una delle caratteristiche distintive dell’Homo sapiens è la capacità di creare narrazioni condivise: religioni, ideologie politiche, visioni economiche. Questi sistemi di credenze, pur avendo permesso la cooperazione su larga scala, hanno anche alimentato divisioni e giustificato conflitti. La guerra, dunque, non è solo uno scontro per risorse materiali, ma anche un fenomeno profondamente simbolico, che trova le sue radici nella capacità dell’uomo di immaginare mondi alternativi e di lottare per essi.
Questo ci porta a un paradosso: la stessa intelligenza che ci ha permesso di costruire città, civiltà e tecnologie avanzate è anche responsabile delle forme più distruttive di violenza. Il sapiens non combatte solo per sopravvivere, ma anche per difendere idee, valori e identità.
La riflessione proposta nel programma, in onda sabato alle ore 21:00 su RaiTre, si inserisce in un contesto di grande attualità. In un’epoca in cui le guerre continuano a devastare intere regioni del pianeta e le crisi globali richiedono un livello di cooperazione senza precedenti, diventa fondamentale interrogarsi su cosa significhi essere umani.
La capacità di fare la guerra ci distingue dalle altre specie, ma non per questo dobbiamo accettarla come un destino inevitabile. Forse, proprio partendo dalla consapevolezza delle nostre ombre, possiamo immaginare un futuro diverso, in cui la nostra capacità di creare narrazioni condivise venga usata per unire piuttosto che dividere. Di seguito il post di Mario Tozzi, che informa della messa in onda di “Sapiens” sul proprio profilo Facebook:
“Nessun vivente riduce altri individui della sua stessa specie in schiavitù, nessuno li tortura o li massacra: solo i sapiens muovono costantemente guerra ad altri sapiens adducendo ragioni economiche, religiose, politiche, razziali. Neanche scimpanzé e formiche: la nuova etologia di De Waal, Bekoff e tanti altri (Eibl-Eibesfeldt, Turchin) supera le ricostruzioni precedenti e conduce a nuovi scenari.
Perché solo i sapiens si fanno la guerra?
#sapiensunsolopianeta@raicultura
Sabato ore 21.00 RaiTre”
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