Il selfie, autoritratto realizzato attraverso una fotocamera, uno smartphone, un tablet e condivisi sui social network. L’ossessione dei selfie è una pratica che si è diffusa negli ultimi anni globalmente tanto da essere oggetto di discussione tra gli psicologi e gli psichiatri per capire se fosse il caso di identificarla come una vera e propria malattia ossessivo-compulsiva. La responsabilità di questa compulsione non sarebbe da attribuire allo smartphone o ai selfie stessi bensì ai social network. È in queste piattaforme che vi è la smania di condividere le foto accuratamente modificate unicamente per essere giudicate e mostrate al proprio pubblico di amici virtuali; i social sono diventati il nostro specchio sociale.
Da quando il selfie è diventato una moda in tutti i contesti quotidiani sembra che vi sia un’intenzione a creare stupore e ad attirare l’attenzione a qualsiasi costo, oltrepassando tutti i limiti. Negli ultimi anni, la cronaca di tutto il mondo riporta di frequente episodi e accadimenti inerenti proprio l’ossessione dei selfie e gli incidenti, qualche volta anche mortali, che ne derivano. Questa ossessione contemporanea di fotografarsi in situazioni fuori dal quotidiano (selfie epico, selfie estremo, selfie definitivo…) sarebbe interpretabile come un’estensione del perseguimento/ricerca del sublime. Sono un esempio gli scatti dalla cima dei grattacieli o in bilico sui tetti delle case o sui binari del treno. Questa tendenza è diffusa soprattutto tra i giovani; il fine è quello di essere ammirati quasi come degli eroi e farsi scattare una fotografia dai propri amici per ottenere molti “Mi piace” sui social network. L’utilizzo dei selfie stick ha ulteriormente aggravato il problema in termini di pericolosità e di disattenzione all’ambiente circostante.
Un medico di Los Angeles ha lanciato l’allarme sulle conseguenze dell’uso del cellulare: sta infatti assistendo ad un aumento di pazienti che lamentano dolori articolari in seguito all’uso ripetuto dello smartphone per farsi dei selfie. Il dottor Levi Harrison, un chirurgo ortopedico, ha detto che diversi pazienti sono venuti a lamentarsi di dolori ai polsi e di formicolio alle dita, la cui causa è stata ricondotta all’iper-flessione dei polsi durante i selfie fatti con i loro smartphone. “È una forma di tunnel carpale perché quello che succede è che questa iperflessione del polso causa nevrite neurologica mediana, in altre parole fondamentalmente il nervo si infiamma”, ha detto Harrison ai giornalisti.
Harrison ha detto che sta insegnando ai pazienti come tenere i loro telefoni per sforzare meno il polso e a fare esercizi che allevino l’infiammazione. Il “polso da selfie” non è la prima patologia legata all’abuso degli smartphone: ad esempio, negli USA nel 2015 un paziente è stato operato a San Diego per riparare un tendine dopo che aveva esagerato a giocare con Candy Crush (il ventinovenne aveva giocato quasi tutto il giorno per sei settimane), ed in Cina una donna ha perso la vista dopo avere passato le ferie a giocare quasi ininterrottamente con lo smartphone.
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