Incidente asilo L’Aquila, il padre di Tommaso: “Non coviamo vendetta per la donna”
Resta il mistero di come si sia disattivato il freno a mano, se sia stato inserito o meno
“Siamo distrutti e addolorati, chiediamo e chiederemo ancora scusa alla famiglia del povero Tommaso e dei bambini feriti”. E’ il drammatico racconto rilasciato all’Ansa di Zhorova Balabanova, la mamma indagata per omicidio stradale nel tragico incidente nel giardino di un asilo a L’Aquila.
La donna ha parlato per la prima volta dopo il dramma con il suo avvocato Francesco Valentini. “”Me la sono vista passare avanti, ho provato a fermare la macchina con le mani ma non ci sono riuscita. Mio figlio durante la corsa ha cercato di uscire dalla macchina sbattendo la testa dentro l’abitacolo. Io e tutta la mia famiglia non riusciamo a darci pace, questa tragedia ci segnerà per la vita. Siamo sconvolti, addolorati”. E ancora: “Le mie figlie hanno visto le drammatiche scene e sono sotto shock. Siamo distrutti e addolorati, chiediamo e chiederemo ancora scusa alla famiglia del povero Tommaso e dei bambini feriti“.
Incidente asilo L’Aquila, il mistero della marcia e del freno a mano
Ma la donna cerca anche di ripercorre lucidamente l’accaduto: “Sono sicurissima di aver inserito la marcia, il freno a mano non ricordo. La macchina non era in pendenza ma sulla piazzola prima della discesa”. Radostina Zhorova Balabanova, la donna 38enne di origini bulgare che è indagata per omicidio e lesioni stradali, la cui auto si è schiantata sul muro dell’asilo dell’Aquila, uccidendo il piccolo Tommaso e ferendo altri cinque bimbi.
La donna era andata a prendere le due gemelline, iscritte all’asilo di Pile; il figlio 12enne era a bordo della Passat.
Resta il mistero sul freno a mano elettronico e come possa essersi disinserito.
Ulteriori dettagli che forse potranno spiegare la dinamica della vicenda emergeranno dall’autopsia sul corpo del piccolo Tommaso.
“E’ stata una tragedia, quella donna non ha colpe, il mio Tommaso ora è in cielo, la madre dei gemellini non c’entra nulla, non coviamo un senso di vendetta nei confronti di quella donna. Sarà disperata quanto noi, anche la sua vita in fondo è stata rovinata”.
Così Patrizio d’Agostino, il papà del bambino ucciso.