Nel 2022 sono avvenuti 17.765 investimenti di pedoni (nel 2021 furono 17.164), 48 al giorno, due l’ora, in cui sono morte 485 persone, 325 uomini e 160 donne (nel 2021 furono 471, 330 uomini e 141 donne). E nel 2023, fino al 20 agosto, sono già state superate le 260 vittime.
I dati sono nel sesto Rapporto annuale sugli incidenti con pedoni preparato dall’Asaps, l’Associazione sostenitori della Polizia stradale, grazie ai dati Aci-Istat. Il Lazio è la regione che ha avuto il maggior numero di decessi, 70 (46 uomini e 24 donne) di cui 39 ultra 65enni. Tra le grandi città, Roma supera i dati pre-pandemia con 44 morti, al secondo posto Milano con 15.
ASAPS ha poi analizzato i dati relativi ai luoghi degli investimenti di pedone, come quelli su
marciapiede (30 decessi in 733 sinistri), mentre camminava regolarmente sul margine della carreggiata (29 decessi in 798 incidenti), mentre lavorava sulla carreggiata protetto da apposito segnale (5 decessi e 32 sinistri) e soprattutto si evidenziano i troppi investimenti sugli attraversamenti pedonali (sia protetti da semaforo o da agente, sia non protetti ma segnalati), ben 7.995 sinistri con 181 morti (166 in ambito urbano e 15 in ambito extraurbano), il 37,5% di tutti i pedoni morti nel 2022.
Nel 2021 erano stati molti meno, 6.762 i sinistri con eguale numero di morti 180 ( 157 in ambito urbano e 23 extraurbano) e oltre 10.000 feriti, nel luogo più “sacro” della strada, quello in cui la precedenza è diritto del pedone e dove la tutela dovrebbe essere maggiore, come negli altri paesi europei.
Complessivamente gli investimenti in cui il responsabile è stato il conducente del veicolo sono stati 9.151 con 247 decessi di cui 201 in ambito urbano e 46 in area extraurbana.
Ma non bisogna dimenticare come anche i pedoni sono sottoposti alle norme del Codice della Strada e gli incidenti provocati dai loro comportamenti irregolari sono stati ben 3.460 con 106 decessi e oltre 5.000 feriti, con 1.915 casi in cui il pedone attraversava la strada irregolarmente, in 690 incidenti camminava in mezzo alla carreggiata, in 481 occasioni il pedone veniva fuori improvvisamente da dietro un veicolo in sosta o fermata, in 256 situazioni il pedone attraversava al passaggio pedonale non rispettando i segnali con 7 decessi.
I casi in cui la responsabilità è stata assegnata sia al conducente che al pedone si attestano a 1.780, con 91 decessi.
Il mese più a rischio per i pedoni è risultato settembre con 55 decessi (33 uomini e 22 donne), quello meno a rischio maggio, con 27. Come numero di feriti, il maggior numero è stato nel mese di novembre con 2.086 persone costrette alle cure mediche, quello con meno episodi agosto con 1.093 casi. L’oscurità e la mancanza di attenzione sono fattori molto delicati che necessiterebbero di adeguate campagne di sensibilizzazione, ad oggi totalmente assenti dai mass-media piuttosto che nelle iniziative governative.
“Nell’elaborare il ‘6° Rapporto nazionale sui pedoni‘ abbiamo constatato un aumento di molti dati rispetto al 2021, dai decessi ai feriti, ai minori morti e feriti sulle strisce pedonali. Ci preoccupa l’aumento dei casi di pirateria stradale, nonostante le forze dell’ordine abbiano aumentato il numero di coloro che vengono individuati e denunciati.
Questo rapporto è l’ennesimo campanello d’allarme per tutti, per le istituzioni, il Governo, i parlamentari, gli enti proprietari delle strade che devono investire nelle infrastrutture con il PNRR, così come nel miglioramento della segnaletica luminosa agli attraversamenti pedonali, in alcune parti d’Italia totalmente assente o non manutenuta correttamente.
L’attraversamento pedonale, in Italia – lo dicono tristemente i dati appena elaborati – è terra di conquista per i più indisciplinati che non rallentano neppure di fronte agli anziani che rimangono vittime sei volte su dieci. Servono controlli e la riforma seria del codice della strada e qui ci rivolgiamo alla politica, nonostante gli appelli, che ad oggi non ha ancora iniziato a valutare le proposte.
Le poche campagne di sensibilizzazione sulla conoscenza delle norme che prevedono la decurtazione di ben 8 punti dalla patente, in caso di mancata precedenza ai pedoni sulle strisce, vanno incrementate.
Ora più che mai servono maggiori controlli e pesanti sanzioni, che unite a veicoli più sicuri e con maggiori dispositivi salva-pedoni, potrebbero ridurre di molto questa carneficina, che ha già superato le 260 vittime anche nel 2023 (dato Osservatorio ASAPS aggiornato al 20 agosto 2023). Occorre un cambio di mentalità alla guida, perché nasciamo tutti pedoni e, se ci va bene, torniamo ad essere tutti pedoni”, così termina il commento del presidente ASAPS, Giordano Biserni, sul “6° Rapporto nazionale sui pedoni”. (Da asaps.it, portale della Sicurezza Stradale)
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