Gli incidenti stradali con animali, spesso cinghiali, sono in costante aumento, a causa soprattutto dello scarso rispetto delle norme del codice della strada. Non sempre però la responsabilità del sinistro ricade sul conducente, perché gli animali hanno una condotta imprevedibile e possono sorprendere anche l’automobilista più accorto. Può accadere che questa tipologia di animali possa accidentalmente collidere con le vetture condotte dagli utenti della strada, causando danni non solo alle vetture stesse ma anche e soprattutto alle persone. In casi come questi, una preoccupazione di non poco conto, a prescindere dai profili di responsabilità, è indubbiamente quella di individuare l’ente al quale rivolgersi per chiedere il risarcimento.
L'avvocato Lucio Perugini assiste i suoi clienti quando si verificano incidenti stradali nei quali sono coinvolti animali selvatici. Ci può spiegare le modalità con cui procedere in casi come questo?
“Il proliferare di questi animali selvatici (in particolare dei c.d. mammiferi ungulati cinghiali) sta assumendo gravi profili di rischio non solo in ambito sanitario ma anche e soprattutto in materia di sicurezza stradale. L’osservatorio dell’Asaps (portale della sicurezza stradale) a livello nazionale ci fornisce un ultimo dato con riferimento all’anno 2017 parlando di ben 112 incidenti nei soli primi otto mesi e di questi 11 hanno avuto conseguenze letali per l’utente della strada. Come Avvocato mi sono molto spesso occupato di ottenere il giusto ristoro per i miei assistiti che hanno purtroppo vissuto questa brutta esperienza. In alcuni casi il danno ha interessato il solo veicolo, in altri invece il malcapitato ha riportato anche serie lesioni. Il mio Studio, avendo maturato nel corso degli anni una specializzazione in materia di risarcimenti stradali in generale, ha fornito la propria assistenza legale anche per questa tipologia di sinistro in numerosi casi".
Qual è la prima cosa da fare dopo essere stati coinvolti in un sinistro con un animale selvatico?
“Quando si investe un cinghiale, per l’utente della strada si presentano non poche difficoltà per ottenere il ristoro di tutti i danni subiti. Incombe infatti sullo stesso l'onere di provare la condotta colposa ascrivibile all’Ente responsabile, nonché il nesso di causalità tra tale condotta e l’evento dannoso in virtù delle regole generali sul riparto dell’onere probatorio dettate dall’art. 2697 cc”.
Qual è l'iter per ottenere un risarcimento danni in seguito ad un incidente avvenuto con animali selvatici? E inoltre come fanno i Comuni e gli enti preposti a stabilire se il cinghiale che ha impattato contro la nostra auto è ad esempio di Sora, o di Colleferro, o magari di Viterbo?
"A tal proposito una recentissima ordinanza della Corte di Cassazione è di fondamentale supporto per chiarire a chi compete la responsabilità negli incidenti stradali con la fauna selvatica e per comprendere la tortuosa vicenda risarcitoria. Con l'ordinanza in questione la n. 13488 del 29 maggio 2018, la Suprema Corte (VI Sezione Civile), 'investita' dell’ennesimo caso sul genere, ha stabilito alcuni principi di diritto: una volta accertato – per ogni singolo caso, e sulla scorta delle leggi nazionali che regolano le rispettive competenze, ma anche di quelle della Regione interessata – a chi sono stati concretamente affidati i poteri di amministrazione del territorio e di gestione della fauna ivi insediata, questi, (sia esso Regione, Provincia, Ente Parco, Federazione o Associazione, ecc)., risponde ex art. 2043 c.c. dei danni causati a terzi.
Per gli Ermellini appare, pertanto, preliminare individuare su chi gravi “il potere di controllo della fauna selvatica”, se alla Provincia, alla Regione ovvero su entrambe. Il malcapitato sarà pertanto tenuto a provare una concreta condotta colposa ascrivibile all’ente, e la riconducibilità dell’evento dannoso, in base ai principi sulla causalità omissiva, al mancato adempimento di tale condotta obbligatoria (ad esempio perché vi erano state specifiche segnalazioni della presenza abituale dell’animale in un determinato luogo, rientrante nel territorio di competenza dell’ente preposto, e ciò nonostante quest’ultimo non si era adeguatamente attivato per la sua cattura) (ved. Cass. 18954/2017). Pertanto, se un animale selvatico, come un cinghiale, un capriolo o un daino, attraversa la strada e cagiona un incidente stradale, l’automobilista che abbia sbandato e/o abbia urtato contro il muro di contenimento o contro un’altra auto ha diritto a chiedere il risarcimento all’ente proprietario della strada (Comune, la Provincia, la Regione)”.
Nel caso in cui si dovesse investire un animale qual è il comportamento previsto dalla legge nel nostro paese?
“Circa il comportamento da osservare in caso di investimento, il Codice della Strada impone all’art.189/9bis, l’obbligo per l’automobilista di fermarsi al fine di prestare soccorso all’animale ferito (sperando che non si sia ferito anche l’automobilista o altro passeggero). A questo punto, anche con l'aiuto dei nostri telefonini, è fondamentale fotografare lo stato dei luoghi e l’animale (se ancora presente sulla strada), l’auto e gli eventuali danni alla vettura, sempre che il conducente del veicolo non abbia riportato lesioni, in modo da adempiere al primo onere della prova: dimostrare il fatto, ossia l’incidente. E' sempre consigliabile chiamare le autorità (Carabinieri, Polizia stradale) per farsi redigere un verbale di sopralluogo o una relazione di servizio rilasciando agli stessi una dichiarazione sull’accaduto e sulla comparsa improvvisa dell'animale al fine di escludere che il sinistro si sia verificato per il ricorrere di altre circostanze (es. distrazione del conducente). In tal senso utile è anche la dichiarazione di un testimone ove presente (es. trasportato a bordo). In sintesi Il soggetto danneggiato deve dimostrare (ai sensi dell’articolo ex art. 2043 del Codice Civile) l’esistenza del danno. Deve dimostrare che il danno sia stato causato dall'investimento dell’animale selvatico e dall’assenza della segnaletica o delle barriere di contenimento. (È necessaria “l’individuazione di un concreto comportamento colposo ascrivibile all'ente pubblico” (Cass. sent. n. 9276/14)”.
Ci può fare un esempio, di un caso che lei ha seguito in questo settore?
“Mi è capitato di prestare la mia assistenza legale per un un signore di Valmontone il quale di ritorno dal lavoro verso la strada di casa in direzione Genazzano, investiva un cinghiale che improvvisamente attraversava la sua carreggiata, e pur procedendo a velocità commisurata allo stato dei luoghi, l'impatto con l'animale risultava inevitabile e i danni sul proprio veicolo risultavano essere ingenti. Il risarcimento è sopraggiunto a distanza di qualche tempo, a seguito di una serie di 'rimpalli' tra i vari enti interessati che in un primo momento negavano ogni addebito. La vicenda si è conclusa positivamente anche grazie alla puntuale diligenza del mio Assistito, il quale seguendo le indicazioni fornite nell'immediatezza, dal mio studio, è riuscito ad ottenere l'integrale ristoro dei danni richiedendo che i verbalizzanti verificassero lo stato dei luoghi anche per la presenza o meno di cartelli indicanti tale pericolo”.
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