Inquinamento urbano, per Legambiente Frosinone di nuovo città italiana peggiore
Il capoluogo ciociaro batte ancora perfino Milano: criticità anche a Verona e Vicenza. Tutti i dati del rapporto e i possibili rimedi
L’Italia continua a respirare aria inquinata. Secondo il report “Mal’Aria di città 2025” di Legambiente, pubblicato oggi a Milano, nel 2024 ben 50 centraline in 25 città italiane hanno superato i limiti giornalieri di PM10, confermando che l’inquinamento atmosferico nelle aree urbane è un problema cronico e diffuso. La situazione diventa ancora più preoccupante se si considerano i nuovi target europei per il 2030, che vedrebbero il 71% delle città fuori legge per il PM10 e il 45% per l’NO₂.
Inquinamento urbano, Frosinone peggio anche del Nord Italia
Il record negativo spetta, per il secondo anno consecutivo, a Frosinone Scalo, con 70 giorni oltre il limite consentito di 35 giorni all’anno in cui la concentrazione media giornaliera di PM10 supera i 50 microgrammi per metro cubo. Segue Milano (centralina di via Marche) con 68 giorni di sforamento, seguita da Verona (Borgo Milano) con 66 e Vicenza (San Felice) con 64.
A Milano, il problema riguarda diverse aree della città: anche le centraline di Senato (53 giorni), Pascal Città Studi (47) e Verziere (44) hanno superato i limiti. Verona vede la centralina di Giarol Grande fermarsi a 53 giorni di sforamenti, mentre Vicenza registra criticità anche nelle centraline di Ferrovieri (49 giorni) e Quartiere Italia (45 giorni).
In Veneto, la centralina Arcella di Padova ha registrato 61 giorni di sforamenti, mentre a Venezia la centralina di via Beccaria ha raggiunto la stessa cifra. Nel capoluogo lagunare, superano i limiti anche le centraline di via Tagliamento (54 giorni), Parco Bissuola (42), Rio Novo (40) e Sacca Fisola (36).
Legambiente, i dati del rapporto
La situazione critica riguarda anche numerosi altri capoluoghi italiani, tra cui: Cremona, Napoli, Rovigo, Brescia, Torino, Monza, Treviso, Modena, Mantova, Lodi, Pavia, Catania, Bergamo, Piacenza, Rimini, Terni, Ferrara, Asti, Ravenna. Molte di queste città vedono più di una centralina superare i limiti, segno che l’inquinamento atmosferico è un problema diffuso e radicato.
Il rapporto di Legambiente lancia un allarme chiaro: le città italiane sono ancora lontane dagli obiettivi europei di qualità dell’aria previsti per il 2030. Se questi standard fossero già in vigore, il 71% delle città non rispetterebbe i limiti per il PM10 e il 45% sarebbe fuori legge per il biossido di azoto (NO₂).
Secondo l’associazione ambientalista, l’inquinamento atmosferico non è più un problema isolato di alcune aree, ma un’emergenza strutturale che richiede interventi urgenti e coordinati. “I dati confermano che le misure adottate finora non sono sufficienti, e che servono azioni più incisive per ridurre il traffico urbano, promuovere il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile, oltre a ridurre le emissioni industriali e il riscaldamento domestico”, afferma Legambiente nel report.
Legambiente, le contromisure in una campagna itinerante
Per sensibilizzare cittadini e amministrazioni, Legambiente ha lanciato la campagna itinerante “Città2030, come cambia la mobilità”, che fino al 18 marzo attraverserà diverse città italiane per discutere di mobilità sostenibile, trasporti pubblici e sicurezza stradale per pedoni e ciclisti. L’obiettivo è capire quanto manca per trasformare le città italiane in ambienti più salubri e vivibili, a partire da un sistema di trasporto efficiente, accessibile e meno inquinante.
Alcune soluzioni suggerite includono:
- Potenziare il trasporto pubblico e ridurre il traffico veicolare privato;
- Maggiori investimenti nelle piste ciclabili e nella mobilità pedonale;
- Rafforzare le ZTL e le aree a basse emissioni;
- Promuovere il passaggio a fonti di energia più pulite per il riscaldamento domestico;
- Maggiori controlli sulle emissioni industriali e del settore agricolo.