La gentilezza e la professionalità con cui ci accoglie nel suo studio Bruno Vespa, una longeva carriera di giornalista e scrittore, ex direttore del Tg 1 e dal 1996 padrone indiscusso della seconda serata televisiva di Rai Uno con “Porta a Porta”, contraddistinguono un uomo che non si ferma mai: telefonate, appuntamenti, addirittura la produzione del suo vino: il Vespa, assieme ai suoi due figli, e l’uscita del suo nuovo libro: “Italiani voltagabbana. Dalla Prima Guerra Mondiale alla Terza Repubblica sempre sul carro dei vincitori” (Mondadori, Rai Eri ). In esclusiva riceve anche il settimanale Visto e ci dà l’occasione di analizzare la situazione politica italiana dominata dal premier Renzi.
Quando gli italiani hanno conquistato la nomea di voltagabbana?
"Purtroppo da sempre. Un secolo e più di storia italiana testimonia che essere voltagabbana è una delle caratteristiche impresse nel dna degli italiani. Con il Fascismo erano tutti fascisti e improvvisamente, nel dopoguerra, erano diventati tutti antifascisti. Non a caso, all’estero dicono che iniziamo la guerra con un alleato e la finiamo con un altro. Oggi con Renzi, che era un uomo solo senza una corrente politica e con pochi amici, sono diventati tutti renziani".
Nel passato, ha raccolto le confidenze dell’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in questo suo ultimo libro intervista il Premier Matteo Renzi. Ci sono affinità e una continuità politica tra i due?
"Renzi è il figlio politico che Berlusconi non ha mai avuto, perché hanno delle affinità imbarazzanti. Entrambi sono caratterialmente estroversi, grandi comunicatori, vanno d’accordo e si trovano simpatici. Vogliono tutti e due fare dei grandi cambiamenti, ma a Berlusconi non è stato consentito. Sono passati dodici anni da quando Berlusconi provò a cambiare l’articolo 18 e glielo fecero ritirare. Renzi ci sta riuscendo. Le riforme cosiddette di destra si possono fare solo da sinistra, ma questa è una vecchia storia".
Berlusconi in “Italiani voltagabbana” le confessa che di Renzi gli manca la temerarietà e la fortuna, secondo lei è così?
"Berlusconi dice che gli manca anche la cattiveria di Renzi. Nel senso che un uomo politico in certi momenti non deve guardare in faccia nessuno. Invece Berlusconi sostiene che si intenerisce e alla fine cede e le cose non le fa più. Per quanto riguarda la temerarietà, Berlusconi è un imprenditore e come tale deve essere coraggioso, non temerario, perché non può mettere a rischio l’azienda. Renzi, al contrario, è stato anche temerario, ha sempre detto che o portava a termine una sua riforma, un suo progetto o sarebbe andato via. Finora gli sta andando bene".
Crede che ci sia una figura politica interna al Pd che possa minacciare la leadership di Renzi?
"In questo momento no, questa è la sua forza, perché lui non ha un’opposizione vera né interna né esterna. Il centrodestra non rappresenta un’opposizione alla politica di Renzi".
Quali sono le caratteristiche che hanno determinato il successo politico di Renzi?
"È un uomo intelligente, un grande comunicatore e ha molto coraggio".
Un lato debole?
"Deve ampliare la cerchia dei suoi alleati, si è circondato solo di persone molto vicine. Deve imparare a fidarsi di più degli altri. Sicuramente deve sceglierli bene. Attualmente è un uomo solo".
A suo avviso, esiste una divisione nel nostro Paese tra il popolo che sostiene Renzi, come si desume dai sondaggi di gradimento, e quello che scende in piazza coi sindacati a scioperare?
"Questo non possiamo saperlo, lo apprenderemo forse tra qualche tempo. Renzi dice che quando è andato nelle fabbriche hanno detto di tenere duro. Il Premier crede che il suo punto forte sia il fatto che alle scorse elezioni europee gli operai abbiano votato per lui, dopo anni che votavano Berlusconi e non più la sinistra, il che era un paradosso. Lui è convinto di aver recuperato il voto popolare".
Ci sono delle analogie tra Renzi e i grandi politici del passato?
"No, perché nessuno nella storia repubblicana ha mai avuto il suo potere. Non so quanto durerà questo potere assoluto, ma ora è così. Non lo avevano Andreotti, Craxi e nemmeno De Gasperi, perché dovevano sempre confrontarsi con un’opposizione".
Che cosa ne pensa delle donne del Governo Renzi?
"In politica le donne con Renzi hanno acquisito maggiori deleghe. Lui ha questa figura simbolo che è il Ministro Maria Elena Boschi, molto brava, preparata, documentata, sempre presente e attenta. Poi ha dato un ruolo importantissimo al Ministro Marianna Madia, che ha altrettanta esperienza della Boschi, ma si è buttata a capofitto nel suo impegno politico. Nel suo Governo ha nominato in assoluta parità di genere otto ministre e otto ministri uomini, adesso sono sette donne, ma certo non era facile dare questa parità numerica e lui l’ha fatto".
Al di là di della possibile revisione della Legge Severino e della sua retroattività, crede che ci sia ancora posto per Berlusconi in politica?
"Sono stati celebrati parecchi funerali di Berlusconi, ma poi la bara si è aperta e lui è risorto. Quindi prima di seppellirlo definitivamente, starei attento. Prima o poi lui tornerà in campo. Il problema è che non c’è un suo erede politico nel centrodestra. Matteo Salvini della Lega Nord è molto bravo, ma non so se riuscirà a conquistare l’elettorato moderato. Inoltre, c’è da valutare le conseguenze di questa politica economica".
Con chi berrebbe un bicchiere del suo vino?
"Renzi è toscano e diventerebbe una sfida vinicola. Mi piacerebbe berlo con la Boschi".
*Di Mariagloria Fontana (intervista pubblicata sul settimanale "Visto" n. 47 , pp. 30-32 )
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