Il prossimo 12 giugno circa mille comuni italiani saranno impegnati per il rinnovo delle rispettive amministrazioni. Ci sono importanti città capoluogo di regione come Genova, Palermo, Catanzaro e L’Aquila.
Nel Lazio saranno chiamati al voto i cittadini di due capoluoghi di Provincia come Rieti e Frosinone. Si tratta di aree cruciali per lo sviluppo della regione, molto attivi in termini di turismo e di conseguente contributo al PIL regionale.
Nel capoluogo ciociaro il centro destra già alla guida della città da due mandati ha dato prova di estrema maturità ed unità.
L’organizzazione delle primarie di coalizione ha portato nei gazebo per la scelta del candidato sindaco oltre 3000 cittadini che hanno scelto con il 70% dei consensi l’assessore al bilancio della giunta uscente Riccardo Mastrangeli.
Dal risanamento dei conti pubblici della città gravata da un pesante debito pregresso, un lavoro che potrà essere implementato, come primo cittadino, nel segno del pragmatismo e della continuità. Per capire di più abbiamo chiesto al diretto interessato.
Quali questioni porrà al centro dell’azione amministrativa e quale sarà per Frosinone, rispetto alla precedente amministrazione il fondamentale elemento di novità?
L’amministrazione Ottaviani ha realizzato e messo in cantiere tante e tali opere che la nostra città, già trasformata nell’arco di dieci anni, ha posto solide basi di crescita anche per il futuro.
Per questo, è importante proseguire il percorso di cambiamento che ha portato allo sviluppo e alla trasformazione dell’assetto culturale, ambientale, sociale e urbano di Frosinone. Anche attraverso le opere già programmate e finanziate, che saranno compiute nei prossimi anni.
Si pensi alle opere incluse nel finanziamento di 20 milioni di euro per la rigenerazione urbana, in varie zone della città. Si va dalla riqualificazione e dall’adeguamento funzionale dell’edificio “Polivalente”, da adibire a servizi culturali, passando per la promozione delle attività ricreative e sportive nell’area attrezzata nel parco urbano del Matusa, fino al raddoppio della linea dell’ascensore inclinato.
Poi, l’adeguamento e completamento dell’edificio scolastico della scuola primaria “Madonna della Neve” e la realizzazione del parcheggio interscambio a raso “Salvo D’Acquisto”; la riqualificazione del teatro comunale Nestor e la realizzazione della metropolitana di superficie, dallo Scalo Ferroviario a Piazzale De Matthaeis.
Con i due milioni di finanziamento sul quartiere di Selva Piana, invece, la città potrà contare sul terzo teatro comunale, con l’adeguamento dell’auditorium Paolo Colapietro, oltre agli interventi sull’edificio in via Portogallo e il potenziamento della viabilità ciclabile e il recupero delle aree verdi in Corso Francia.
A ciò vanno aggiunti la riqualificazione dei Piloni, che diventeranno la cartolina della città. E poi la pedonalizzazione di largo Turriziani e il restyling di tutto il quartiere Scalo, con la grande piazza all’ingresso della stazione, che sarà totalmente rinnovata secondo i più moderni e funzionali principi green.
È importante ricordare che il Comune di Frosinone è riuscito a portare avanti questa lunga lista di investimenti centrando anche gli obiettivi di bilancio fissati da Ministero e Corte di Conti.
Con l’estinzione del piano di rientro – attivato nel 2013 per il risanamento del debito di circa 50 milioni di euro delle precedenti gestioni amministrative – si stanno liberando nuove risorse. Esse hanno già consentito la ripresa delle assunzioni di nuovo personale, soprattutto all’interno degli uffici tecnici e amministrativi.
La conclusione dell’oneroso piano di risanamento costituirà un importante elemento di novità rispetto alle due consiliature precedenti. Sarà infatti a disposizione dell’Ente un fondo di cinque milioni l’anno da destinare al potenziamento dell’organico, alla manutenzione e al sociale”.
Quanto Le è stata utile l’esperienza di assessore al bilancio della città?
“È stata un’esperienza fondamentale. Il lavoro sulle finanze di un ente che, nel 2012, era a un passo dalla dichiarazione di dissesto, è stata un’occupazione impegnativa, svolta sempre lontana dai riflettori, e non priva di momenti difficili.
Provo grande soddisfazione, però, nel poter affermare serenamente che il piano di risanamento varato dieci anni fa di concerto con il sindaco, Nicola Ottaviani, ha salvato i conti del comune di Frosinone.
Esso ha tutelato i servizi a beneficio dei cittadini e i bilanci di imprese e fornitori, rilanciando investimenti tra pubblico e privato che hanno rivoluzionato il volto della città.
Grazie anche al piano redatto, il Comune di Frosinone si è inoltre dotato di una nuova e prestigiosa sede, con l’acquisto di Palazzo Munari, già filiale frusinate della Banca d’Italia, mediante rent to buy.
Frosinone è stata la prima amministrazione in Italia ad adottare il rent to buy per una sede istituzionale e, in particolare, per il palazzo comunale. Tale tecnica finanziaria permette una combinazione di un contratto di locazione e acquisto, attraverso lo scomputo dei canoni annuali, corrisposti in acconto del prezzo. Tale operazione è andata in porto riuscendo a superare, così, le limitazioni imposte dal piano decennale di rientro dal debito. Un ente locale in riequilibrio finanziario, infatti, non può accendere mutui”.
Inquinamento e politiche ambientali sul territorio. Cosa serve per cambiare passo?
“Sul tema della tutela ambientale è stato fatto tanto, negli ultimi dieci anni, a Frosinone. Anche l’ultimo report di Legambiente certifica la validità delle iniziative messe in campo dell’amministrazione e il grande impegno profuso da tutti i cittadini nel mettere in atto pratiche amiche dell’ambiente.
Il rispetto dell’ecosistema, infatti, è sinonimo di migliore qualità della vita. E proprio partendo da questo assunto, l’amministrazione ha lavorato per introdurre accorgimenti per portare benefici effettivi alla qualità dell’aria e all’ecosistema della nostra città.
Si pensi al trasferimento del deposito Cotral, dallo Scalo a piazza Pertini, o all’introduzione di automezzi del trasporto pubblico tutti euro 6 o a metano. Senza contare l’adozione del Pums (Piano urbano Mobilità Sostenibile), la realizzazione, in corso, di un sistema di piste ciclabili e i tanti controlli disposti sugli impianti di riscaldamento civili e industriali.
C’è poi il progetto redatto dall’ufficio ambiente dal titolo “Folium – Urban forestry” che prevede la messa a dimora e la cura di nuovi alberi sul territorio comunale.
Non dimentichiamo poi, gli interventi di efficientamento energetico su numerosi edifici pubblici e l’introduzione delle isole pedonali domenicali, nella parte alta e in quella bassa della città, con il progetto “A passeggio per due km”.
Per quanto riguarda le politiche industriali, la nostra provincia sconta ancora i ritardi e l’eccesso di burocrazia che, recentemente, hanno fatto sfumare l’investimento di cento milioni di euro della Catalent ad Anagni.
Da un lato, dunque, credo sia necessario operare nella direzione della sburocratizzazione. Dall’altro sono un convinto sostenitore del ruolo cooperativo che i comuni possono svolgere nell’attuazione delle politiche regionali, nazionali ed europee dedicate al lavoro e alla crescita.
Senza nulla togliere alle competenze municipali, anzi rafforzandole, al fine della promozione e del coordinamento di uno sviluppo economico e sociale territoriale sostenibile.
In tal senso, l’amministrazione Ottaviani ha sempre sostenuto l’istituzione della città intercomunale dei servizi, comprendente Alatri, Ceccano, Ferentino, Frosinone, Patrica, Supino, Torrice, Veroli, Arnara, estesa a circa 180.000 abitanti.
Oltre ad una significativa semplificazione nella gestione dei servizi, l’Area Vasta garantirebbe anche notevoli economie di scala con l’abbattimento dei costi dei servizi stessi. Con un miglioramento delle prestazioni (efficacia, efficienza e trasparenza), assumendo inoltre maggiore attrattività nei confronti degli investitori”.
Quali sono i settori del capoluogo ciociaro che hanno più sofferto le conseguenze della pandemia?
“La crisi derivante dalla pandemia e, più recentemente, dalla guerra in Ucraina, causa scatenante del rincaro di bollette e materie prime, ha avuto riflessi su tutto il tessuto produttivo e sociale.
Famiglie, grandi aziende, piccole e medie imprese, commercianti, attività a conduzione familiare, lavoratori a partita iva, hanno subito un durissimo colpo assorbito, solo in parte, dai ristori e dai fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Gli stessi enti pubblici si trovano, in questo momento, ad affrontare enormi difficoltà. Quindi è necessario che il governo dia risposte urgenti nel prossimo decreto emergenze. Sia per compensare gli aumenti dei costi energetici, sia per permetterci di completare i cronoprogrammi delle tante opere pubbliche già appaltate previste nel capoluogo. Opere pubbliche che oggi, a causa della revisione al rialzo dei costi delle materie prime, costano alle ditte anche il 30-40% in più”.
La sua candidatura con il successo alle primarie ha dimostrato quanto sia vitale il centro destra nella provincia in controtendenza con le dinamiche esistenti nelle città più importanti. Da cosa dipende?
“Io credo che la nostra coalizione sia portatrice di valori, di sensibilità e di capacità di governo che meglio interpretano le esigenze e la voglia di concretezza dei cittadini di qualsiasi latitudine.
Quando le diverse esperienze che compongono la coalizione dialogano apertamente, nell’interesse del territorio e di chi ci vive, allora si compone il quadro riscontrabile nel capoluogo, in cui le forze di centrodestra si sono riunite attorno alla mia candidatura.
Con le due precedenti consiliature guidate dal sindaco Nicola Ottaviani, la nostra coalizione, ha dimostrato come fosse possibile realizzare tante infrastrutture e cambiare radicalmente il volto della città. E questo nonostante la pesante eredità debitoria che le precedenti amministrazioni avevano lasciato. Un impegno, il nostro, che è stato premiato dai cittadini, che anche recentemente hanno risposto con entusiasmo all’invito a recarsi al voto per le primarie”.
Lei è stato deputato nella XII legislatura con l’affermazione di Forza Italia e la discesa in campo del Presidente Berlusconi. Come giudica l’evoluzione del centrodestra in tutti questi anni?
“L’evoluzione del centrodestra è andata di pari passo con l’evoluzione, più in generale, dei movimenti politici, in una società che è mutata profondamente rispetto al 1994 e che ha conosciuto il lento e inesorabile declino delle ideologie. Da un lato, ciò ha comportato un allontanamento da parte di molti cittadini, rispetto a quella famosa “base” che si non si è sentita più rappresentata, più coinvolta; dall’altro, alcuni – tra cui mi annovero – hanno accolto, nell’ambito dell’esperienza del centrodestra, una pluralità di voci provenienti dalla società civile e da diverse sensibilità culturali. In questo modo, il focus viene indirizzato sugli obiettivi da portare avanti, insieme, nell’interesse dello sviluppo del territorio, valorizzando i percorsi individuali e anche le differenze, che per noi rappresentano una grande ricchezza e un motivo di confronto e di crescita”
Nel campo del centrodestra c’è lo spazio e la possibilità di fare crescere una nuova classe dirigente?
“Sì, tutto si muove in questa direzione. Il lavoro quotidiano a favore della mia città mi ha dato la possibilità di conoscere tanti giovani che si riconoscono in una serie di valori e auspicano che siano proprio quei valori a guidare l’azione amministrativa in una società globalizzata sempre più ricca di sfide e opportunità”.
Una cosa che direbbe a Berlusconi a Salvini ed alla Meloni con riferimento al suo programma per Frosinone!
“Il nostro capoluogo è apparso spesso sulle testate nazionali come detentore del “Modello Frosinone”. Ha contribuito a questa notorietà il fatto che, ad esempio, il Comune di Frosinone, dal 2012, unico in Italia, promuova il progetto Solidiamo.
Ovvero l’istituzione di un fondo in cui confluisce la metà delle indennità di sindaco, assessori, presidente del consiglio e consiglieri, per finanziare borse di studio per i giovani residenti nel capoluogo e attività culturali a favore degli anziani e delle persone con disabilità.
Anche quando lo stadio comunale “Benito Stirpe” fu inaugurato, nel 2017, le testate nazionali parlarono, entusiasticamente, di quel “modello Frosinone” attraverso il quale era giunta a compimento un’operazione ambiziosa e lungimirante.
Quando il Comune di Frosinone, nel 2015, iniziò i lavori del nuovo stadio, con i propri fondi e con il proprio progetto, alcuni ci accusarono di essere dei folli e, addirittura, visionari.
Ceduto, poi, il testimone al privato per il completamento della struttura, realizzata in appena 24 mesi, allora siamo diventati una delle migliori espressioni del Made In Italy.
Uniti attorno alla “Frosinone del fare”, dunque, si può vincere e si può governare nell’interesse del territorio, lavorando, quindi, alla crescita economica e sociale di tutto il tessuto cittadino”.
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