Categorie: Interviste

Intervista ad Alberto Latini, sindaco di Valmontone

Sono in programma le elezioni amministrative per 16 Comuni della Provincia di Roma, più il Municipio III e il Municipio VIII del Comune di Roma e in totale 49 Comuni della Regione Lazio. Si vota anche a Valmontone, dove il sindaco uscente Alberto Latini si ripresenta come candidato della lista Libera Valmontone.

Dopo 5 anni ritiene di conoscere meglio Valmontone e i valmontonesi? E cosa in particolare conosce oggi più di 5 anni fa?

“Sicuramente ho imparato a conoscere a fondo la macchina amministrativa, le tante cose che da fuori non si vedono. Abbiamo tirato fuori questioni irrisolte che si trascinavano da anni: è costato molto ma abbiamo rimesso in carreggiata la macchina. All’inizio è stata dura, soprattutto far fronte ai debiti trovati e ad alcune cause che erano in piedi. In questi anni, però, con sacrificio e impegno siamo riusciti ad appianare pressoché tutto e oggi possiamo guardare al futuro con maggiore serenità”.

Da anni gli enti locali lamentano la carenza di fondi pubblici per poter operare e rispondere alle esigenze di un comune. Come si fa a promettere crescita e lavoro in queste condizioni?

“Le promesse lasciano il tempo che trovano, io credo si debbano prendere degli impegni davanti ai cittadini. Nel 2013 il nostro programma conteneva soltanto cose che eravamo certi di poter fare. Non è un caso se oggi possiamo dire, con orgoglio, di aver realizzato più del 90% di quel programma. Poiché i trasferimenti dello Stato sono sempre di meno, i comuni vanno amministrati con l’attenzione che si mette nel gestire la propria famiglia. Vanno ottimizzati i costi e sostenute iniziative che, anziché un costo, hanno un ritorno per il Comune. Penso, ad esempio, alla gestione delle strisce blu, che prima non dava entrate al Comune e oggi porta circa 200 mila euro nelle casse del Comune. Penso ai tagli dei costi nell’illuminazione pubblica, nei telefoni, nei vari consumi… al potenziamento dei servizi affidati all’azienda speciale, di cui siamo proprietari, con ritorno per le nostre casse. Alla razionalizzazione di ogni spesa. E’ solo così che siamo riusciti a reperire risorse da destinare al sociale, alla cultura e anche alla crescita della città. Creando le condizioni per la crescita si crea lavoro".   

Come ha trovato le condizioni di Valmontone 5 anni fa e com’è oggi alla vigilia delle elezioni? 

"Cinque anni fa era un disastro. Nei sei anni precedenti c’erano stati tre sindaci e due commissari, e la situazione trovata era di grande instabilità, con debiti per milioni di euro: cito solo il Gaia, a cui dovevamo 7 milioni e 800 mila euro. Abbiamo negoziato quella cifra, chiudendo un accordo a 5 milioni e mezzo, interamente saldato, dando respiro alle casse della società, con un netto risparmio per il Comune. Procedura analoga è stata seguita con altre situazioni debitorie, chiudendo ogni pendenza. Oggi il Comune ha un bilancio risanato che, anche grazie ai tagli effettuati e alle somme recuperate, ci consente di avere risorse da destinare alle fasce più deboli, alle scuole, all’ambiente, alla cultura, alle manutenzioni".

Il provvedimento, l’atto amministrativo di cui va più fiero nel corso della sua amministrazione?

"Sicuramente l’aver avviato la raccolta differenziata porta a porta su tutto il territorio comunale. Un provvedimento che ha restituito dignità e decoro alla città, portando un ambiente più sano e un risparmio per l’Ente e per i cittadini. L’opera più importante, invece, è l’aver riconsegnato ai valmontonesi la scuola Madre Teresa di Calcutta che, crollata il 4 febbraio 1992, era una ferita aperta nel cuore della città. Abbiamo, poi, recuperato 4 milioni di euro per far ripartire i lavori dei nuovi alloggi al Villaggio Rinascita, e altri 4 milioni per ristrutturare quelli di Villaggio Rinascita 2, fino all’apertura, venerdì scorso, del canile comunale".  

La settimana scorsa è venuto a mancare Angelo Miele, un uomo politico che ha lasciato il segno nella storia di questo Comune. Come lo ricorda?

"Con Angelo Miele, politicamente, siamo sempre stati avversari, a volte anche con toni molto duri. Ma bisogna riconoscergli di aver saputo cambiare il modo di fare politica a Valmontone. Aveva una marcia in più, rispetto a tanti altri, e nei dieci anni da sindaco ha saputo dare alla città un’impronta diversa, col coraggio di guardare lontano. Non gli è mai mancato il piglio di decidere, di fronte alle lentezze della burocrazia. Ho vissuto la sua morte con grande commozione, consapevole che Valmontone ha perso un grande protagonista".  

Ci presenta la sua squadra? Ha già in mente alcuni ruoli chiave in caso di rielezione?

"Siamo la lista più giovane, con la media età più bassa, un gruppo molto affiatato in cui, tra “vecchi” e “nuovi”, si è creata subito sintonia e grande senso di collaborazione. Quando a metterci insieme è lo stesso desiderio di lavorare per il bene comune, e non i personalismi o la fame di potere, è più facile fare squadra. Come già accaduto in questi 5 anni, nell’Amministrazione Latini tutti avranno modo di dare il proprio contributo operativo, secondo le proprie competenze e sensibilità, sia in Giunta che con deleghe specifiche".

La promessa che si sente di fare agli elettori.

"L’impegno che assumo è di continuare a lavorare per la città, come abbiamo fatto in questi anni, rendendo ordinario ciò che era considerato straordinario e, dopo aver sanato i conti e completate alcune grandi opere incompiute, avviare una stagione nuova in cui, con la visione proiettata in avanti, realizzare per intero il nostro nuovo programma elettorale, (consultabile sul sito www.liberavalmontone.it). Non è un caso che lo slogan che abbiamo scelto sia “Guardiamo al futuro partendo dai fatti” perché, come dicevo, mentre gli altri fanno le solite promesse, noi sappiamo di poter assumere impegni che abbiamo dimostrato di saper mantenere".

Redazione

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