Gli italiani che sono a Londra sono preoccupati, è giusto che lo siano?
Stiamo combattendo una battaglia con il Regno Unito per tutelare i 500.000 italiani che ci vivono assieme ad altri 3 milioni di cittadini europei per far sì che anche nel futuro abbiano gli stessi diritti di oggi, l’accordo è già stato fatto, adesso ci sarà un’implementazione dell’accordo. Noi continueremo a vigilare perché non ci siano cedimenti.
Che cosa si augura che cambi tra Europa e Italia? Che cosa l’Italia potrebbe fare per contare di più in Europa e che cosa dovrebbe fare l’Europa per essere maggiormente accettata dagli italiani?
L’Europa dovrebbe tornare a fare politica. Non è un caso che io abbia puntato i piedi sulla vicenda dell’agenzia europea del farmaco, l’Ema, sul principio che deve essere il Parlamento a decidere, non tocca alla Bce. Quindi la prima riforma da fare è rimettere la politica al centro . Poi è necessario lottare contro l’immigrazione illegale, con un piano che impedisca all’Africa che arrivino in futuro altri immigrati; la lotta al terrorismo con sicurezza interna ed esterna; la lotta alla disoccupazione giovanile, questo è un punto fondamentale per far avvicinare i cittadini all’Europa. L’Italia deve essere più presente e contare di più. Oggi l’Italia è debole a Bruxelles, non basta avere il presidente del parlamento europeo di nazionalità italiana. Deve essere il sistema italiano a essere protagonista, non solo nell’interesse dell’Italia ma anche per avere un’Europa più bilanciata. L’Europa non può essere guidata soltanto dalla Francia e dalla Germania. Il prossimo governo, qualunque esso sia, deve fare in modo che l’Italia sia protagonista, non possiamo permettere che la Merkel faccia anche il primo ministro italiano. Dobbiamo tutelare i nostri interessi.
E’ lei il candidato designato alla presidenza del consiglio da Silvio Berlusconi in caso di vittoria del centrodestra?
Durante questa campagna elettorale non ho mai parlato di politica interna, perché non credo che sia giusto far diventare il parlamento europeo uno strumento di parte. Credo di dover stare in silenzio sino al momento in cui si andrà a votare, quindi bisogna parlare con il leader del centrodestra, Silvio Berlusconi, per sapere che cosa intende fare e quali sono le scelte del partito.
In Europa c’è lei, c’è Mario Draghi, questo forse è il momento più alto della consapevolezza dell’Europa anche sui destini dei vari Paesi. Ci racconta in cosa gli italiani potrebbero veramente segnare la differenza in senso europeo?
Noi siamo la seconda potenza industriale europea. Per quanto riguarda la politica industriale dobbiamo far ascoltare la nostra voce per permettere la crescita e lo sviluppo, se l’obiettivo principale è quello di ridurre la disoccupazione giovanile dobbiamo prospettare ai ragazzi un progetto che dia loro speranza, quindi portare la nostra industria, piccole e medie imprese e agricoltura a Bruxelles. In più abbiamo anche tutta l’esperienza nel settore del terrorismo, siamo all’avanguardia, i nostri corpi militari, l’Arma del Carabinieri, la Guardia di Finanza, la nostra Polizia. Bisogna che la nostra eccellenza venga messa a disposizione degli altri, l’Europa ha bisogno di noi.
Intervista tratta dal programma radiotelevisivo ''Un Giorno Speciale'' di Francesco Vergovich in onda su Radio Radio.
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