Ior: arresti per corruzione e truffa
Sono stati arrestati questa mattina a Roma un vescovo, un funzionario dei servizi segreti e un broker
Un alto prelato, un funzionario dei Servizi segreti e un broker finanziario sono stati arrestati nell'ambito di un filone di indagine sullo Ior in corso alla procura della Repubblica di Roma. L'alto prelato, il funzionario dei Servizi segreti e il broker finanziario sono stati arrestati questa mattina da militari del Nucleo speciale di Polizia valutaria della Guardia di finanza, con le accuse di corruzione e truffa. L'indagine – è stato ribadito – nasce come filone autonomo della più ampia inchiesta sullo Ior.
A quanto apprende l'Adnkronos da fonti qualifificate, ad essere arrestati dal Nucleo speciale di Polizia valutaria della Gdf, nel filone autonomo della piu' ampia inchiesta sullo Ior, sono stati un monsignore italiano che ha un ruolo di rilievo all'Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica), un funzionario dell'Aisi, il Servizio segreto interno, e un broker finanziario italiano che lavora soprattutto all'estero. I reati a loro carico sono corruzione e truffa. L'inchiesta, riferiscono le stesse fonti, riguarderebbe il rientro dalla Svizzera di ingenti somme di denaro.
A quanto apprende l'Adnkronos, oltre all'alto prelato, un vescovo originario di Salerno monsignor Nunzio Scarano, ad essere arrestato dal Nucleo speciale di Polizia valutaria della Gdf, nel filone autonomo della piu' ampia inchiesta sullo Ior, e' un carabiniere, gia' in servizio all'Aisi da dove e' stato espulso tre mesi fa. Si tratta di un sottoufficiale.
Scarano, tra l'altro, e' coinvolto a Salerno in un'altra indagine per ricettazione. Le altre due persone arrestate sono l'agente dell'Aisi Giovanni Maria Zito e il broker Giovanni Carenzio. Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate del gip Barbara Callari su richiesta del procuratore aggiunto Nello Rossi e dei sostituti Stefano Rocco Fava e Stefano Pesci. Tra i reati contestati, oltre alla truffa ed alla corruzione anche la calunnia. La vicenda giudiziaria ruota intorno ad un accordo tra Scarano e Zito finalizzata a far rientrare dalla Svizzera 20 milioni cash di proprietà di alcuni amici del monsignore a bordo di un jet privato. Per questo ''servizio'', Zito avrebbe ricevuto 400 mila euro.
Monsignor Scarano si sarebbe accordato con lo 007 Giovanni Maria Zito e gli avrebbe consegnato 400 mila euro per far rientrare dalla Svizzera 20 milioni di euro liquidi appartenenti ad una famiglia sua amica a bordo di un jet privato. Ruota intorno a questo episodio l'inchiesta sfociata oggi nella emissione di tre ordinanze di custodia cautelare da parte della magistratura romana.