ISS: pubblicato il rapporto sui decessi per Covid-19
38mila sono le vittime del “Covid killer”, tra questi la maggior parte senza vaccinazione
Secondo il rapporto periodico dell’Istituto superiore di Sanità (ISS), negli ultimi 8 mesi – dal 1° febbraio al 5 ottobre – sono circa 38 mila i morti a causa del Covid-19. Il campione che è stato analizzato riguarda 671 cartelle cliniche, tra le quali risulta che i pazienti ad aver completato il ciclo vaccinale (1.440) avevano un’età media di 85 anni. Un dato contrario rispetto ai non immunizzati che invece aveva un’età media di 78 anni. Inoltre, tra quest’ultimi il numero medio di patologie osservate – come patologie cardiache, tumori e demenza – è notevolmente più alto.
Dai dati esaminati risulta chiaro che “le persone decedute dopo il completamento del ciclo vaccinale hanno un elevato livello di complessità clinica, significativamente superiore rispetto alle persone decedute per Covid che non hanno potuto beneficiare dell’effetto del vaccino a causa di un contagio precoce o perché non hanno neanche iniziato il ciclo vaccinale” afferma Graziano Onder, direttore del Dipartimento di Malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Iss.
“È possibile ipotizzare che i pazienti molto anziani e con numerose patologie possono avere una ridotta risposta immunitaria e pertanto essere suscettibili all’infezione da SarsCov2 e alle sue complicanze pur essendo stati vaccinati. Queste persone molto fragili e con una ridotta risposta immunitaria sono quelle che possono maggiormente beneficiare di una ampia copertura vaccinale dell’intera popolazione in quanto ciò riduce ulteriormente il rischio di infezione. Ridurre la circolazione del virus è il miglior modo per proteggerli” conclude Onder.
Le caratteristiche dei morti da Covid-19 in Italia
Secondo i dati riportati dall’intero periodo di osservazione dell’Iss, fino al 5 ottobre sono decedute per Covid-19 un totale di circa 130.468 pazienti con un’età media di 80 anni. Tra questi il 56,5% erano uomini, mentre il 43.5% erano donne. Opposta è invece la percentuale nella fascia di età superiore ai 90 anni, dove il numero di decessi di sesso femminile è superiore a quello di sesso maschile. Un dato anomalo che però viene dimostrato dalla costituzione della fascia di età con ben il 72% delle donne.
Dall’analisi che hanno esaminato le caratteristiche dei pazienti, risulta evidente che la presenza di cardiopatie – come cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale e scompenso cardiaco – di demenza e di cancro sia superiore nei pazienti non vaccinati, rispetto a quelli non vaccinati.
Si potrebbe dedurre, quindi, che la non vaccinazione possa portare a delle forme più gravi e fatali dell’infezione, indipendentemente dal fatto che sia anziano o meno.
La situazione nel Lazio
Secondo le dichiarazioni dell’Assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato “Oggi nel Lazio su 9.700 tamponi molecolari e 25.177 tamponi antigenici per un totale di 34.877 tamponi, si registrano 408 nuovi casi positivi (-23), 4 i decessi (-2), 312 i ricoverati (-1), 49 le terapie intensive (-1) e 351 i guariti”. “Il rapporto tra positivi e tamponi è al 1,1%. I casi a Roma città sono a quota 134”. Rispetto alla scorsa settimana “Rt in lieve discesa a 0,85 e l’incidenza in lievissimo rialzo a 34,89 su 100mila abitanti”.