Istat, Usciti i dati su occupazione e disoccupazione in Italia
“La crescita è dovuta interamente alla componente maschile mentre per le donne, dopo l’aumento dei mesi precedenti, si registra un calo”
Nel primo trimestre del 2018 si stima che il Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell'1,4% in termini tendenziali. Lo comunica l'Istat.
"All'inizio del 2018 l'economia italiana è cresciuta a un ritmo congiunturale dello 0,3% segnando un risultato analogo a quello del trimestre immediatamente precedente e confermando il rallentamento rispetto alla dinamica più marcata registrata nella prima parte del 2017- commenta Istat- La lieve decelerazione emersa nel periodo più recente determina un contenuto ridimensionamento del tasso di crescita tendenziale che scende all'1,4%". Il primo trimestre del 2018 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative del primo trimestre 2017.
L'incremento congiunturale del Pil è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dei settori dell'agricoltura, silvicoltura e pesca e dei servizi, mentre il valore aggiunto dell'industria ha segnato una variazione pressoché nulla. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2018 è pari a +0,8%".
"La crescita congiunturale dell'occupazione interessa tutte le classi di età a eccezione dei 35-49enni. L'aumento maggiore si stima per i giovani 25-34enni (+0,9 punti percentuali). La crescita è dovuta interamente alla componente maschile mentre per le donne, dopo l'aumento dei mesi precedenti, si registra un calo". Così l'Istat commenatndo i dati diffusi oggi.
Per quanto riguiarda l'occupazione giovanile, "la crescita tendenziale si distribuisce per genere e si concentra nei giovanissimi (15-24enni) e soprattutto negli over 50, per effetto sia dell'aumento dell'età pensionabile sia dei fattori demografici. Dopo i livelli massimi della fine del 2014, la disoccupazione è scesa sui livelli della seconda metà del 2012, ancora 5 punti percentuali sopra al livello pre-crisi. Sensibile il calo dell'inattività, sia maschile sia femminile, che tocca negli ultimi mesi i livelli minimi".
Agenzia Dire
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