Il Paese trema al pensiero di una quarta ondata di pandemia, perché il Covid 19 imperversa ancora. Il Governo si mette al riparo e butta in campo tutte le forze logistiche, sanitarie, mediatiche per offrire la terza dose, che non sarà l’ultima, ma oggi chi potrebbe d’altronde garantirlo.
Nel frattempo i contagi salgono, idem i ricoveri, non al livello di allarme, ma i presupposti per preoccuparsi ci sono tutti, vedi Gran Bretagna, Germania, Austria. Anche considerando gli effetti di impoverimento di efficacia temporale dei vaccini contro la malattia.
Giocano al massacro. Polemiche al vetriolo, sì e no al Green pass, si tirano in ballo la Costituzione più bella del mondo, le libertà individuali, i diritti, e di doveri non si parla mai.
Sul tema Covid i programmi in televisione sono spaccati a metà. Contradditori messi su ad arte, in qualsiasi fascia, da quella molle, sonnolenta pomeridiana per i pensionati che assistono a break pubblicitari sulla fame del mondo, alla prime time con i cannoni più potenti e le firme top, scienziati, intellettuali, ballerini, cuochi, di tutto di più.
Da una parte gli assertori del vaccino, dall’altra i partigiani del no, meglio intubato che vaccinato. Follie, spregiudicatezza. La stampa non fa eccezione. E naturalmente pure la politica che gioca a sostenere l’una o l’altra tesi, per racimolare qualche voto in vista delle prossime elezioni. Il posto fisso sono i politici i primi a cercarlo.
E’ il male dell’Italia, il bello e il cattivo tempo del contrasto sempre e comunque, appena dopo la figuraccia del DDL Zan, che ha visto il Paese finire sulle prime pagine di mezzo mondo. Per il contenuto della votazione prima e delle esultanze in Parlamento poi (nemmeno da stadio…proprio da curva, questo offrono gli ultras di partito).
Prosegue la campagna del diverbio, anche a male parole. Arrivando alla strada, tra manifestazioni e sit in, in barba a precauzioni e distanziamenti. Dalla tv ai giornali, non finiremo mai di mostrarci divisi, frammentati, incapaci di svolgere un dialogo civile e costruttivo, finendo per sprecare energie vitali.
Produciamo Nobel per la Fisica, gran parte del Mondo si inchina a Draghi, ma in fondo restiamo il Paese del Processo del Lunedì, dove non si parlava mai di calcio vero, ma di rigori e fuorigioco. Tra conventions disgiunte di letterati, artisti, avvocati penalisti, qualche giornalista e schegge di esperti di Res Publica. Senza arrivare mai a tirare una linea e a fare i conti. Quelli mai, quelli lasciamoli a domani.
Calcio, pandemia, discriminazioni di genere, elezione del Capo di Stato, niente cambia. A noi Italiani piace terribilmente cospargere di sale la ferita e giocarvi col bisturi tra le pieghe, più o meno gravi esse siano. Popolo di musicisti, naviganti e spesso, troppo spesso di oratori di parole inutili e contrarie.
Gli inglesi hanno un detto: Keep Calm and Carry on. Manteniamo la calma e andiamo avanti. Vallo dire a un Italiano, dopo un secondo si scatenerebbe il putiferio: avanti dove?
Mattarella afferma che il Parlamento è il tempio della democrazia: in Italia quel tempio (Camera, Senato, carta, tv o piazza che sia) assomiglia più a un mercato del pesce.
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