Ernesto Calindri, uno dei più grandi attori teatrali che l'Italia abbia mai avuto, per ironia della sorte e per l'energia prorompente del marketing pubblicitario, ha avuto negli anni un'enorme visibilità, grazie ad un ben noto liquore a base di carciofo, quale infallibile rimedio contro "il logorio della vita moderna". Indubbiamente, tale infuso (intuizione strategica compresa), ha avuto l'enorme merito di essere decisamente avanti coi tempi, specie se rapportiamo quel logorio (evidenziato la prima volta nel 1966, quindi cinquant'anni fa), allo tsunami quotidiano della vita ultra moderna dell'epoca presente. Complimenti dunque e se posso permettermi, anch'io ho una ricetta semplice semplice da proporvi. A causa del nostro ritmo forsennato, purtroppo, abbiamo forse rimosso del tutto l'assoluta necessità del silenzio nella nostra vita, trascurandone i benefici.
Oggi voglio portarvi a Pozzaglia Sabina, un paesino di montagna a quasi 900 metri sul livello del mare, in provincia di Rieti. Pozzaglia, ha dato i natali a Santa Agostina Pietrantoni (al secolo Livia), un'anima generosa, che avvertì fortissima, la vocazione all'amore per il prossimo, tanto che all'età di 22 anni, entrò a far parte delle Suore della carità di Santa Giovanna Antida Thouret e fu mandata a prestare servizio presso l'ospedale Santo Spirito di Roma.
Agostina, martire dell'amore, morì il 13 novembre del 1894, non ancora 30enne, accoltellata da un suo assistito, Giuseppe Romanelli, uno dei malati più violenti che Agostina seguiva con le più delicate premure derivanti dalla sua bontà. Facendo un piccolo passo indietro, dovete sapere che durante la stagione invernale, Agostina, con la sua gente, percorreva un lunghissimo tratto di strada, per giungere a Tivoli, nel periodo della raccolta delle olive. Provate a dipingere nella vostra mente un quadro tutto vostro e chiudendo gli occhi, vedrete materializzarsi una processione di persone con le loro povere cose al seguito, l'andamento ciondolante degli asinelli e dei muli, sullo sfondo di montagne austere e silenziose. Pozzaglia del resto, non è terra di ulivi, non ce ne sono.
Agostina, perse la vita giovanissima, per amore dell'amore per gli altri. Arrivando in paese, troverete la casa dove ha vissuto e un piccolo museo che racconta la sua breve esistenza, ma soprattutto, vi sorprenderà la scoperta più bella: un albero d'ulivo, l'uinico albero d'ulivo, miracolosamente cresciuto accanto al luogo in cui la santa venne alla luce. Vado spesso a Pozzaglia e non ho parole umane per esprimere il fascino che questo luogo esercita su di me. Posso dirvi che amo il suo silenzio, percepisco qualcosa di meraviglioso che non riuscirei mai a descrivere compiutamente e ogni volta, non manco di passeggiare lungo il sentiero dove Santa Agostina si ritirava in preghiera.
Pozzaglia Sabina, come ripeto, non è altro che un paesino di montagna, lontano dal frastuono, dallo smog, distante persino dal tempo, ma seguendo i passi di Santa Agostina, ognuno di noi potrà sempre godere il senso più profondo della pace, quella pace che si nutre di silenzio, di aria pura e della ricchezza delle cose semplici. Non dimentichiamo che tutto ciò non è così distante da noi, anzi, è a portata di mano, non fugge mai via e sempre ci aspetta..
foto di Adriano Di Benedetto e di Roblat
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