E’ stata contattata nella giornata di ieri dalla trasmissione “Un giorno speciale” di Radio Radio per parlare del suo libro, “Partiamo dalla fine”, un’intenso racconto di una carriera inimitabile che la ha resa una delle icone dello sport italiano. Per gli appassionati,e non solo, Josefa Idem è il classico sportivo inossidabile, animato dalla passione e da una dedizione totale al lavoro.
Tuttavia era impossibile non fare cenno alla “seconda carriera” da politico e, in particolare, alle dimissioni da ministro dello Sport, delle Pari Opportunità e delle Politiche Giovanili. Così, parafrasando il titolo del suo libro, le domande di Francesco Vergovich e di Marco Guidi sono partite dalla fine, ossia dai recenti eventi che hanno visto Josefa farsi da parte con estrema serietà.
Marco Guidi si è schierato completamente dalla parte della senatrice del Pd, che nel ripercorrere le tappe della vicenda non è venuta meno alla consueta pacatezza. Il giornalista, invece, non le ha mandate a dire:” La stampa ha gonfiato caso. Pareva che la Idem avesse rubato il tesoro della Banca d’Italia. In ogni caso, con le dimissioni, si è dimostrata più tedesca che italiana. In effetti c’era errore di calcolo riguardante l’ Imu di poche migliaia di euro. Una volta che se ne è accorta, Josefa ha risolto il problema. Si è trattato soltanto di una dimenticanza ma i moralisti in servizio permanente nelle Camere (gli stessi che forniscono spettacoli come quelli di pochi giorni fa) si sono scagliati contro la idem solo per mettere in difficoltà il governo. Una vera e propria scorrettezza”.
Chiamata in causa sull’argomento Josefa Idem ha affermato:”Da questa vicenda ho imparato che un conto è essere cittadino qualunque alle prese con le complicazioni del calcolo dell’ Imu e un conto è essere un politico, diventare ministro ed essere passati al setaccio senza possibilità di chiedere una sanatoria come avevo fatto due anni prima. Ho appurato che c’era effettivamente una rendita catastale calcolata male perché il mio geometra due anni prima aveva fatto dichiarazione sbagliata. Ero in attesa della chiusura della pratica per calcolare differenza di quello che dovevo dare al Comune di Ravenna e quello che il Comune dovevo restituire a me. Alla fine ho sborsato 1000 euro. La verità è che io sono stata abituata ad andare in giro per il mondo a fare gare. Certe questioni le ho delegate ad altri. All’inizio non sapevo bene di cosa era accusata, poi quando mi sono informata, per quanto avessi potuto provare a spiegare le cose, avevo compreso di aver perso la credibilità a causa degli attacchi che sono aggiunti.Così, dato che non me l’ha imposto il dottore di fare ministro, mi sono dimessa”.
La Idem ha rivelato che in quei convulsi giorni ha apprezzato la vicinanza della collega di partito Laura Puppato, “l’unica che ha sottolineato pubblicamente l’ipocrisia dell’attacco. Ho avuto una persecuzione mediatica. Voglio far notare che non mi sono mai espressa pubblicamente sulle vicende che hanno coinvolto altri ministri (evidente il riferimento ad Anna Maria Cancellieri e Nunzia De Girolamo, che non si sono dimesse n.d.r.). In questo momento in cui l’Italia è in ginocchio c’è bisogno di un risanamento istituzionale e non di polemiche. Il governo ha difficoltà ad andare avanti, occorrono molti compromessi. Dobbiamo darci nuove regole, a cominciare da legge elettorale, senza trascurare la priorità del momento, ossia il superamento della crisi economica. Perciò non intendo aggiungere altro sul caso delle mie dimissioni”.
Chiusa questa parentesi, il discorso si è spostato sulla meravigliosa carriera della Idem, che il suo recente libro ha ripercorso: “La canoa – ha spiegato l’olimpionica -è davvero faticoso. Non ho solo allenato i miei muscoli ma ho fatto anche lavoro intellettuale per trovare argomenti che mi convincessero di novo a mettermi in gioco e a faticare in condizioni difficili. Mi allenavo 11 mesi l’anno, bisogna uscire anche a dicembre, gennaio e febbraio se si vuole centrare un grande risultato. Occorre ricercare continuamente le motivazioni che spingono a mettersi in gioco ogni volta. La forza per andare avanti l’ho sempre trovata a partire da un progetto valido e competente. Secondo me, per restare ad alti livelli è fondamentale analizzare i risultati raggiunti e vedere le cose che funzionano e quali devono essere migliorate”.
“Non c’è niente di peggio per un atleta – ha concluso Josefa Idem – di farsi imporre strategie frutto di suggerimenti improvvisati. E’ indispensabile compiere un’analisi lucida delle prestazioni. Anche quando vincevo io e il mio gruppo non ci siamo appagati e accontentati dei risultati. Abbiamo cercato di capire se le vittorie fossero frutto della mia effettiva bravura, oppure della fortuna o delle prestazioni degli avversari al di sotto delle attese. Ci vuole una costante attenzione ai dettagli per essere sempre un passo avanti ai rivali”.
I dettagli fanno sempre la differenza, nello sport e nella vita di tutti i giorni.
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