“Ci vorranno anni e anni a risolvere i problemi che avete creato voi!”. Il motivo monocorde del candidato di Governo alle Elezioni Europee risuona come l’eco di un disco rotto che graffia l’etere. Nell’agorà di chi grida di più e vince – la gente ormai s’è fatta sorda – il dito puntato è quello di un accusatore della Grande Inquisizione contro l’eretico che ha tenuto i fili delle marionette e ha gestito i giochi del potere sino al giorno prima. Davanti a 5 milioni di poveri assodati e annotati dalle statistiche, non sconvolge più l’ennesimo racconto dell’immobile occupato, davanti al quale il candidato opponente risponde laconico:“Ma voi non avevate abolito la povertà?” Leggeteli bene i volantini e i manifesti elettorali che vi scivolano sotto la porta in questi giorni, sono gli stessi di sempre, proclami e risposte: voi di qua, voi di là…un valzer di accuse e difese che si ripete nell’infinito vuoto di contenuti come suoni vacui che si spengono nello spazio. E allora che fare? Chiniamo la testa? Nel Paese più bello del mondo, croce e delizia, dove il sole risplende sui bastioni delle seconde case, le ville abusive si specchiano sul golfo, le cave di sabbia si svuotano e il cemento mescolato a opportunismo e non opportunità continua a proliferare ricoprendo il paesaggio di edifici vuoti, cher poi marci e gonfi di delinquenza e malaffare si abbattono impietosamente, la gente rimane senza lavoro, senza un tetto, senza speranza e dove va? Ci andreste voi per strada a dormire coi vostri figli, su un materasso che al posto delle molle, pure sfondate, è imbottito solo di legalita’?
Di questi che sono i drammi che trascinano la locomotiva della disperazione sociale, non se ne parla sino a quando è l’elemosiniere del Papa a staccare i sigilli e a ridare la luce a quattrocento disperati senzatetto tra cui cento bambini. Miracolo. La misericordia fa notizia: riuscisse la politica un giorno a trasformare questa in progetto e a farla camminare sulle gambe del progresso sociale, e forse un giorno la musica cambierà. Sarà davvero rivoluzione. I soldi per rendere efficiente e più giusto il Paese forse ci starebbero, ma come si usano questi tesoretti virtuali avanzati da conti barati, è purtroppo ancora una roulette a vantaggio del Banco, ossia del Governo di turno che fa di rilanci e proclami la sua parole d’onore, che ormai è più di una. Nel frattempo, i voi che sono poi loro – ci trascinano sull’onda su cui sale e scende l’ennesima farsa elettorale, la cronaca nera prosegue: in tema di migranti che affogano un giorno sì e uno no – le tragedie sociali quotidiane assomigliano a boe di plastica in mezzo al mare, più le spingi giù, a fondo, più ritornano su, con la forza esorbitante di un cinico spot pubblicitario. Gente, udite pure l’ultimo messaggio, l’ultima promessa che non sia poi beffa, prima della consueta pausa di riflessione, e poi puntate pure, fate il vostro gioco, la speranza è certo l’ultima a morire, ma quel gioco almeno per ora, si regge ancora sulle bugie e sui propri tornaconti mascherati, truccato proprio da quelli che ci passano le carte.
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