Categorie: Opinioni

L’Imu non c’è più. Viva il re con la famiglia

Se ti aboliscono una tassa, non si può storcere troppo il naso. Se non si paga l’Imu è chiaro che siamo tutti più sollevati. Nella percezione comune il successo è tutto di San Silvio, che festeggia nonostante la condanna in terzo grado. E festeggiano anche i suoi sodali, sicuri che i voti anche a questo giro arriveranno copiosi. Il centrodestra è non solo salvo ma molto più forte e solido rispetto a come era uscito dalle urne lo scorso febbraio. Nella percezione comune l’arrivo della Service Tax che sostituirà l’Imu nel 2014 è uno spettro a cui si penserà al momento opportuno (perché sia chiaro: una tassa viene cancellata, una viene introdotta, il vero successo è non avere fatto pagare l’Imu nel 2013).

E la Service Tax sarà a discrezione dei sindaci (il che non fa ben sperare, visto che gli amministratori locali – Fiorito docet – non hanno certo brillato per senso di servizio alla nazione). Nella percezione comune non si calcola che le coperture per intero non sono state trovate (mancano 2 miliardi) e che persino un fan di Arcore come Maurizio Belpietro scrive oggi che forse con la Finanziaria verrà presentato il conto al solito ceto medio. Ma questi sono dati ragionieristici. Dietro il patto dell’Imu c’è la politica che si muove e ci interroga. E’ successo che appena Mediaset ha perso in borsa il 6% Berlusconi ha pensato che forse era meglio riannodare i fili della trattativa. E il pericolante Letta ha sacrificato l’Imu (e la credibilità del Pd, che si è sempre opposto a una cancellazione totale dell’imposta) per garantirsi la sopravvivenza. Che dietro tutto ciò vi sia Giorgio Napolitano è inutile sottolinearlo. C’era anche dietro il governo Monti, è evidente.

Ma adesso la fase è tutta diversa: il povero Monti (la cui immagine politica con l’abolizione dell’Imu è ormai sepolta del tutto) fu chiamato in fretta e furia per salvare i conti e li salvò (l’uscita dalla zona rischio dei Paesi Ue sancita di recente da Bruxelles non è certo un successo dell’attuale governo) ed è stato poi scaricato quando sono nate le larghe intese partorendo la rielezione di Napolitano. Ora il governo deve mantenere i conti in ordine, cioè salvaguardare i risultati dell’odiato esecutivo dei tecnici e fare un po’ di ammuina sulle riforme.

Questa è la mission, nella quale forse la sinistra esaurirà del tutto le sue residue capacità di presentarsi al Paese come guida affidabile. Berlusconi è rientrato in gioco alla grande e non c’è modo, adesso, di rimetterlo nell’angolo. La manfrina sull’incandidabilità finirà bene: c’è un “lodo Violante” che è già stato attenzionato dal Quirinale. Si ricorre alla Consulta, si perde tempo in nome del diritto alla difesa (ma non è in tribunale che esso si è già esercitato?) e il governo Letta è salvo ancora una volta. Berlusconi se ne sta a casa sua facendo feste e videomessaggi. Per i tifosi dell’una e dell’altra parte ci sarà qualche concessione (ora una Santanchè a destra ora un Fassina a sinistra a tenere buone le “curve”). Tutti noi stiamo a guardare, consapevoli che la contropartita per non aver pagato l’Imu è tenersi Berlusconi e tutta la dinastia. Viva il re con la famiglia…

Redazione

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